Economia Finanza

«L’apertura di nuovi fronti fa dimenticare gli ostaggi». L’amarezza delle famiglie



La vittoria totale promessa

«Quest'operazione, questa guerra deve subito trasformarsi in un accordo politico che porti a casa gli ostaggi e metta fine alle sofferenze dei civili palestinesi», continua Udi. «Netanyahu ha fallito. Hamas è ancora a Gaza; gli ostaggi non sono tornati. Nessun obiettivo è stato raggiunto. La vittoria totale promessa da Bibi non è un videogioco. Non esiste nella realtà».

Con pervicacia, quasi con accanimento, ogni giorno il Forum delle famiglie degli ostaggi torna sempre sullo stesso argomento: un accordo.

Se c'è qualcuno che crede nei risultati di un'intesa con Hamas, questo è senz'altro Hen. Il più celebre autore israeliano di serie comiche televisive ha riabbracciato sua moglie e sua figlia il 30 novembre, dopo 50 giorni di prigionia, grazie all'accordo tra il Governo di Israele e Hamas: furono liberati 105 ostaggi e circa 300 detenuti palestinesi. «Sono la prova vivente che con un accordo gli ostaggi si possono liberare – sottolinea Hen-. Se solo c'è la volontà di farlo, è ancora possibile. Dall'ultimo accordo di novembre sono state perse 27 vite, potevo essere vivi. Bibi ha preferito costringere Hamas con la forza a liberare gli ostaggi: un fallimento».

La guerra in Libano, e ora l'attacco dell'Iran, stanno ridando forza all'immagine di Netanyahu. Da alcuni mesi c'è perfino un forum di israeliani, i cui cari sono ancora prigionieri nei tunnel di Gaza, che chiedono al governo di continuare a combattere. Nessun accordo, solo pressione militare affinché siano liberati. «È un gruppetto davvero piccolo – commenta Hen – 4-5 famiglie. Ma io voglio ricordare che la battaglia per gli ostaggi è una battaglia morale, ebraica, nazionale».

Una battaglia morale

Le guerre di Israele vanno avanti, si espandono, si intensificano. Netanyahu ha ripreso la forza politica. L'unità che ora invoca il premier è quella nella lotta contro l'asse del male: Libano, Iran, Iraq, Yemen e Siria. «Se osservi ciò a cui è attenta l'opinione pubblica, ciò che sta accadendo nei media, di cosa parla il portavoce dell'esercito, o il capo di stato maggiore, riguarda solo il Libano. Ma cosa vale una vittoria se non è convertita in una conquista politica?».



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *