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Milano, Schlein si immerge tra i 100mila in piazza per il 25 Aprile: “Lottiamo per la difesa della Costituzione”


In piazza Duomo? E come si fa, con 100mila persone che scalpitano per raggiungere quel palco irraggiungibile, ma siamo tutti fermi in corso Venezia che scoppia di gente, bandiere, canzoni, Eroi di Bowie, Auschwitz di Guccini, la colonna sonora del Pd mai così presente in piazza tra deputati, sindaci, consiglieri, iscritti semplici, e molti ragazzi mai visti prima a un 25 aprile. Mamma Elly Schlein ha deciso che non si può stare fermi lì, e allora «andiamo avanti». Oh, c'è riuscita (chiunque abbia minima esperienza di cortei sa che è impresa quasi impossibile).

Mezz'ora, per risalire la massa che appena cominciava a muoversie dall'angolo con via Boschetti, tra i palazzi neoclassici ei giardini nascosti, e sfiorando appena la via Vivaio, dove Matteo Salvini sta fieramente presentando il suo libro. Si forma quindi un pacchetto di mischia, il servizio d'ordine del Pd milanese la circonda e la guida, lei è abbracciata a Cecilia Stradache è capolista del Nord Ovest, e c'è anche Alessandro Zanpuro lui candidato, e insieme risalgono il corso a fatica, lato destro del corteo e quindi tavolini di bar strapieni, gente che fa le foto ricordo, ed ecco l'occasione giusta per una foto con la segretaria dem, «Elly fermati», è tutto un « Elly! Elly!», e anche «benvenuta a Milano!», città che la ama, e lei lo sa.

La mossa non era prevista, e Schlein aveva sbrigato in fretta le dichiarazioni che si fanno di solito alla partenza: «Il 25 aprile è la festa della Liberazione e di tutta la Repubblica, è la festa in cui si ricorda chi è stato dalla parte giusta della storia, chi ha dato la vita e posto le basi per la democrazia di questo Paese, i valori della Costituzione. Quindi è una giornata in cui va rinnovato l'impegno a difesa della nostra Costituzione e per la sua piena attuazione. Per questo dobbiamo ricordare la Resistenza che ci ha liberato dai nazifascisti». Perciò ha il fazzoletto tricolore al collo, così come l'anno scorso, prima presenza ufficiale alla manifestazione nazionale di Milano.

Intanto, si arriva all'incrocio con via Senato, e c'è il tempo di ribattere a chi accusa «la sinistra antisemita». «Non è così», dice lei. «Il 25 Aprile è una giornata dove bisogna andare avanti con la difesa dei valori costituzionali. Noi siamo qui per quello». E per «difendere la sanità pubblica, il diritto alla salute, per una retribuzione equa e dignitosa, per assicurare la dignità di tutti i lavoratori. Il nostro modo oggi per onorare la resistenza è portare avanti le battaglie per attuare la Costituzione, sulla giustizia sociale, sul lavoro, sui diritti fondamentali delle persone. Noi andiamo avanti». Molti le diranno di non mollare, forse l'urlo più frequente al suo passaggio (anche nella versione lumbarda, e un tempo leghista: «Mai mulà!»).

E «che risposta straordinaria, ci sta dando Milano. Ci sono tante persone che condividono queste battaglie, ci dicono di tenere duro», il che conforta Schlein così impegnato sul fronte interno, ma qui invece è tutto così facile, le mani tese ei baci, antitesi plastica della premier Meloni che è così rigida. E si arriva quasi a San Babila, superando qualche centinaio di scout cattolici molto pimpanti. Uno grida «Elly, iscriviti negli scout! Vieni con noi», Schlein se la ride, dal gruppo una “capa” commenta che «sappiate che lei non entrerà mai nell'Agesci…». Piazza San Babila, si alza un grido potente: «Partito democratico, svegliati!». E un altro: «Schlein gira a sinistra, a sinistra!», e in effetti si gira verso il corso Vittorio Emanuele, ma quello chiedeva una sterzata politica, è chiaro. Battuta dal pacchetto di mischia: «In questo momento sembriamo il quarto stato», e un attimo dopo (dopo altre richieste di foto, e abbracci), uno di una certa età ma gagliardo riesce a fermarla ea dirle «la pace, la pace. Basta con le armi». Intanto, si aggirano mamme con passeggini, i bandieroni dei sindacati, ei sindacalisti medesimi. Cani antifascisti, ambulanti che vendono acqua ghiacciata, ei cartelli storici dei campi di concentramento, Gusen, Mauthausen, Sobibor, è il formidabile gruppo dell'Aned, con il fazzoletto dei deportati al collo.

E si arriva finalmente dietro al Duomo, nel mix di turisti con il gelato in mano e di gente imbandierata nel tricolore, con le magliette di Che Guevara o quella “Bella Milano”. Schlein ei suoi entrano nell'area riservata sotto palco, giusto mentre il sindaco Beppe Sala sta chiudendo il suo discorso, «uno dei fatti eclatanti del 25 Aprile di quest'anno è la censura a cui è stato sottoposto in Rai il nostro concittadino Antonio Scurati. È importante che oggi ci sia…». D'accordo con l'Anpi, Sala ha invitato lo scrittore a leggere il testo epurato, e Schlein aspetterà sotto il palco, giusto il tempo per salutare Scurati, e dirgli «forza, vai avanti». Lui risponderà che «è un piacere, incontrarsi qui per la prima volta». Ma la segretaria dem, che ha deciso di non salire su quel palco assieme all'Anpi, chiederà di salutare il presidente Pagliarulo, «dov'è Gianfranco?». E lui scenderà, e sarà una civile stretta di mano. Poi Schlein se ne va, «adesso torniamo al Pd», dietrofront, verso il corteo temporaneamente, abbandonato che sicuramente la perdona. ©RIPRODUZIONE RISERVATA



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