Google condannata a consentire l'accesso a rivali sul Play Store: la sentenza del giudice federale
Epic sostiene che Google e Samsung hanno reso troppo difficile per i consumatori scaricare app store realizzati da sviluppatori di software esterni. In particolare, i due si sarebbero messi d'accordo per rendere attiva di default una funzione chiamata Auto Blocker sui più recenti smartphone di Samsung. La funzione impedisce agli utenti di scaricare app store alternativi. Disattivare la funzione e installare un app store di terze parti richiede 21 passaggi. Così Google Play è di fatto l'unico modo possibile per accedere alle app su questi dispositivi, secondo quanto ha scritto Epic in una denuncia presentata lunedì nel Distretto Nord della California.
Epic sostiene nella sua denuncia che Google e Samsung hanno avuto una stretta relazione da più di un decennio e che Google ha pagato a Samsung miliardi di dollari per favorire Google Play rispetto all'app store Galaxy di Samsung.
Gli esperti legali ritengono che la decisione del giudice Donato rappresenti una sfida significativa al potere di pochi giganti tecnologici. Tra le varie misure imposte dal giudice, c'è l'obbligo per Google di rendere accessibile il proprio catalogo di app anche su store concorrenti.
Google ha cercato di difendersi sostenendo che il Play Store opera in un contesto competitivo, citando la rivalità con Apple, anch'essa coinvolta in una causa intentata da Epic Games nel 2020. In quel caso, una corte d'appello stabilì che Apple non deteneva un monopolio sui giochi mobili.
Epic, con sede a Cary, NC, è in guerra con Google e Apple dal 2020, dopo che ha iniziato a incoraggiare i giocatori di “Fortnite” a pagare direttamente per gli acquisti di oggetti nel gioco, piuttosto che utilizzare i sistemi sviluppati dai giganti tecnologico. In risposta, Google e Apple hanno eliminato il gioco dal loro app store. Epic ha fatto causa, ha vinto quella contro Google ma persa quella contro Apple.