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Rallenta l’editoria italiana, bene le vendite all’estero – Libri – Altre Proposte – Ansa.it


Rallenta l'editoria italiana, dopo il grande salto del 2021. Nei primo semestre del 2024 il mercato trade, vale a dire saggistica e narrativa comprata nelle librerie, online e nella grande distribuzione, cala dello 0,1% rispetto all'anno precedente, con vendite pari a 675,8 milioni di euro. Dati che denunciano una stagnazione secondo il Rapporto sullo stato dell'editoria 2024 dell'Associazione Italiana Editori presentato oggi online. Nell'anno in cui l'Italia è Paese Ospite d'Onore alla Buchmesse di Francoforte, che sarà inaugurata il 15 ottobre dai ministri della Cultura italiano Alessandro Giuli e tedesca Claudia Roth, è confermata però la capacità di imporsi della nostra editoria all'estero . Sono 7.838 i diritti di traduzione venduti nel 2023, stabili rispetto all'anno precedente (7.889) e quadruplicati rispetto al 2001 (1.800).

“L'editoria italiana, dopo il balzo avvenuto nel 2021, fatica a crescere ancora e anzi, se consideriamo l' scoppiare, perde terreno. È in calo anche il numero di copie vendute. Sono segnali preoccupanti per un Paese che non ha una vera politica organica per il libro e per la lettura e che anzi, negli ultimi due anni, ha visto venir meno risorse pubbliche a sostegno del settore per almeno 100 milioni” denuncia il presidente dell'Aie Innocenzo Cipolletta. “Nell'anno in cui siamo Ospiti d'Onore alla Buchmesse ci aspettiamo ci siano nuovi provvedimenti e che il Paese torni ad essere un esempio per gli altri Paesi europei” afferma Cipolletta. Le copie vendute nei primi sei mesi del 2024 nel mercato trade sono 46,1 milioni, in calo di 900mila rispetto all'anno precedente. Le librerie fisiche detengono il 53,7% delle vendite e continuano il recupero avviato dopo la crisi del 2020, quando pesavano per il 49,1%. In leggero calo l'online che pesa per il 41,7% e in discesa la grande distribuzione che pesa per il 4,6%. Si conferma il trend positivo della narrativa, soprattutto quella di autori italiani che cresce sullo stesso periodo dell'anno precedente del 5,4% e di quella straniera con un +3,1%. Registrano un segno meno i ragazzi (-2,8%), la saggistica generale (-3%) e quella specialistica (-1,6%) ei fumetti (-4,8%). Nella top 10 dei libri più venduti ci sono nove autrici e autori italiani e lo svizzero Joël Dicker al primo posto.

Confrontando i numeri dell'editoria italiana oggi con quelli del 1988, quando per la prima volta l'Italia è stata Ospite d'Onore alla Buchmesse, esce il ritratto di un'industria che ha accompagnato la modernizzazione del Paese. I titoli pubblicati ogni anno sono triplicati e nel 2023 sono pari a 85.192, il mercato (3,439 miliardi di euro) è cresciuto, al netto della vendita, del 108% e le copie di libri venduti, considerando solo il mercato trade, sono aumentate del 124% a 112 milioni. L'editoria italiana resta la prima industria culturale del Paese con un giro d'affari (valore del venduto) nel 2023 pari a 3,439 miliardi di euro, stabile rispetto all'anno precedente (+1,1%). Sono compresi in questi numeri il mercato trade (1,9 miliardi), la scolastica, l'editoria professionale e universitaria, l'export, le vendite alle biblioteche. La nostra editoria libraria è la quarta per dimensione in Europa e la sesta nel mondo. La crescita è avvenuta in un contesto di sempre maggiore internazionalizzazione: nel 2001 l'Italia acquistava all'estero 5.400 diritti di traduzione e ne vendeva 1.800, nel 2023 ne ha acquistati 9.328 e ne ha venduti 7.838. Secondo l'Osservatorio condotto da Pepe Research per Aie, nel 2023 la lettura, nonostante la concorrenza di serie tv, videogiochi, social, rimane un'abitudine quotidiana per più di un lettore su quattro (il 28%), una pratica almeno settimanale per il 67%.

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