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«Vi racconto com’è andata davvero la storia degli 883»


Ci sono storie che si prestano a diventare leggenda: la nascita degli 883 è una di queste. Due compagni di banco al liceo di una cittadina lombarda che inseguendo un sogno, creano la loro musica in cantina fino a essere scoperti dal re dei talent scout che li proietta in un successo senza uguali e fa delle loro canzoni un inno anche delle generazioni successive alla loro. E nello stesso giorno, questa leggenda viene raccontata dalla serie Tv di Sky Hanno ucciso l'uomo ragno e da uno spettacolo teatrale Alla ricerca dell'Uomo ragnoprodotto da Sold out, che vede in scena quello dei due che ha abbandonato il successo all'apice per poi scomparire dalla scena, Mauro Repetto.
Vi siete messi d'accordo con Max Pezzali per questo doppio debutto sulla vostra storia?
«Assolutamente no, sono due progetti paralleli e del tutto autonomi. Lo scorso anno ho pubblicato con Mondadori un libro Non ho ucciso l'Uomo Ragno con il comnpianto Massimo Cotto in cui raccontavo quegli anni ei mei ricordi. A due autori, Stefano Salvati e Maurizio Colombi è venuto in mente di creare uno spettacolo e mi hanno coinvolto come attore».
Ma è la sua prima volta sul palco in questa veste?
«A dire il vero rappresenta il filo rosso che mi collega alla mia giovinezza, quando per mantenermi lavoravo come animatore nei villaggi turistici, in inverno a Marilleva, e in estate in Calabria. È stato come riavvolgere quel filo. E ritrovare il calore del pubblico che canta le tue canzoni, solo che oggi non è fatto solo di giovani ma di tre generazioni. All'pooca non sapevo nemmeno fare un accordo eppure ho scritto hit indimenticabili, poi ho imaprato a suonare la chitarra, e lo farò anche sul palco in teatro».
Che tipo di spettacolo sarà?
«In scena ci sono io che racconto e dialogo con i protagonisti di quella “leggenda”, da Jovanotti a Jerry Scotti da Max Pezzali a Cecchetto, proiettati su schermi come erano allora grazie all'intelligenza artificiale. Poi ci sarà un figurante vestito da Uomo ragno e un'attrice che impersonificherà il mio amore impossibile di allora, Brandy, la ragazza per cui ho lasciato Pavia per raggiungerla prima a Parigi e poi a Los Angeles, dove ho provato ad entrare nel mondo del cinema come autore, ma sono stato “fregato” dalla lingua. Il mio inglese non era abbastanza buono, ea un certo punto ho deciso di rinunciare e mi sono stabilito a Parigi. Ho sempre amato le grandi città».
E lì cosa è successo?
«Sono ripartito da zero, facendo l'animatore nel parco di divertimenti Disney Paris, vestito da cow boy. Poi qualcuno si è accorto che poteva fare anche altro e sono diventato un organizzatore di eventi Disney, lavoro che svolgo tuttora».
E con la tournée italiana come farà?
«Prenderò ferie. Saranno una trentina di date da qui a maggio prossimo, due o tre giorni ogni volta e poi di nuovo a Parigi dalla mia famiglia e al lavoro».
Ma in questi anni lei in Italia ci è tornato?
«Solo per andare a trovare i miei genitori che vivono ancora a Pavia o per portare i figli al mare a Finale Ligure».
E con Max che rapporti ci sono?
«Un'amicizia come la nostra rimane. Non ci siamo lasciati per divergenze, semplicemente io sentivo che si era esaurita una fase, volevo fare altro, avevo il mio american dream, come oggi ho un Italian dream. Non c'è bisogno tra me e max di sentirci regolarmente, quando capita che ci vediamo è esattamente tutto come prima».
Come vivere all'epoca il vostro successo?
«Fino all'album Nord Sud Ovest Est continuavamo la vita di sempre. Anche se eravamo nella scuderia di Cecchetto eravamo proprio considerati solo due ragazzi, non star. Ricordo che dopo aver vinto il Festivalbar, l'uomo che aveva il compito di accompagnarci ci lasciò lì appiedati, per portare Rosario Fiorello a Milano».

La tua ultima canzone?

«Gli annifore quella ancora oggi più amata».
Nessun rimpianto per non aver proseguito la strada del successo con gli 883?
«No, il mio sogno con la musica era esaurito, nella nostra storia di coppia musicale il carburante era finito, volevo altro e sono andato a cercarmelo».

E l'Uomo ragno che cosa rappresenta e rappresenta ancora per lei?
«Dei supereroi era quello più vicino a due nerd di provincia come eravamo io e Max. In quella canzone volevo prima di tutto raccontare una sua storia. Ma l'Uomo ragno rappresenta la capacità di sognare dei bambini e dei ragazzi, la loro sensibilità che li porta a vedere ea credere l'impossibile, come i mostri sotto il letto. Uccidere l'Uomo ragno significa spegnere i sogni, i super poteri, quell'energia che ti porta lontano. Forse io l'Uomo ragno non l'ho mai ucciso e dentro resto quell'adolescente sognatore».

Le date del tour teatrale “Alla ricerca dell'Uomo ragno”

11 ottobre 2024 – PAVIA, Teatro Fraschini 19 ottobre 2024 – MONZA (MB), Teatro Villoresi 21 novembre 2024 – MODENA, Teatro Michelangelo 23 novembre 2024 – PINEROLO (TO), Teatro Sociale 29 novembre 2024 – CAMPOBASSO, Teatro Savoia 30 novembre 2024 – ISERNIA, Auditorium Unità d'Italia 6 dicembre 2024 – SANREMO (IM), Teatro Ariston 12 dicembre 2024 – ALESSANDRIA, Teatro Alessandrino 12 gennaio 2025 – VIGEVANO (PV), Teatro Cagnoni 18 gennaio 2025 – ASCOLI PICENO (AP), Teatro Ventidio Basso 23 gennaio 2025 – CUNEO, Teatro Toselli 7 febbraio 2025 – LODI, Teatro delle Vigne 13 febbraio 2025 – LIVORNO, Teatro 4 Mori 15 febbraio 2025 – MESTRE (VE), Teatro Toniolo 21 febbraio 2025 – LOCARNO, Teatro Locarno 28 febbraio 2025 – BOLZANO , Teatro Cristallo 16 marzo 2025 – MILANO, Teatro Manzoni 22 marzo 2025 – TORTONA (AL), Teatro Civico 28 marzo 2025 – CATANIA, Teatro Metropolitan 4 aprile 2025 – GALLARATE (VA), Teatro delle Arti 3 maggio 2025 – ROMA, Teatro Olimpico 10 maggio 2025 – VERONA, Teatro Stabile 16 maggio 2025 – ASTI, Teatro Alfieri 23 maggio 2025 – FABRIANO (AN), Teatro Gentile 24 maggio 2025 – ANCONA, Teatro delle Muse





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