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L'insegnamento della geografia nelle scuole è in crisi, l'esperto: “Lacune degli studenti sono evidenti, spesso al liceo è insegnata da docenti con una formazione geografica insufficiente” – Orizzonte Scuola Notizie


L'insegnamento della geografia a scuola è in crisi. Un paradosso, in un mondo iperconnesso dove le notizie da ogni angolo del pianeta ci raggiungono in tempo reale. Ma conoscere la posizione di un Paese su una cartina non basta: la geografia è molto di più.

È una scienza che ci permette di leggere il territorio in modo globale, integrando lo studio della Terra con quello del rapporto tra le comunità umane e gli spazi che abitano.

“La geografia ha due funzioni principali”spiega Mauro Varotto dell'Università di Padova. “La prima è quella di collocare gli elementi nello spazio, un sapere fondamentale, spesso ingiustamente etichettato come mnemonico e nozionistico. La seconda, ancora più importante, è quella di cogliere le relazioni tra questi elementi”.

Capire come la popolazione di Istanbul sia cinque volte quella di Milano, o come la Nigeria abbia cinque volte gli abitanti dell'Italia, ci aiuta a comprendere fenomeni complessi come le migrazioni.

La crisi della geografia a scuola è aggravata dalla riduzione delle ore di insegnamento e dalla scarsità di docenti specializzati. “Le lacune degli studenti che arrivano all'università sono evidenti”conferma Varotto. “Nei licei, la geografia è diventata un'appendice della storia, insegna spessota da docenti con una formazione geografica insufficiente”. Il risultato è un diffuso analfabetismo geografico, che compromette la capacità di comprendere le sfide del nostro tempo.

Il successo mediatico della geopolitica, legato all'attuale scenario bellico internazionale, non deve farci dimenticare che si tratta solo di una parte della geografia. “La geopolitica studia il rapporto tra spazio e potere”precisa Varotto. “Ma la geografia è molto di più: riguarda il nostro quotidiano, le filiere produttive, l'impatto delle nostre scelte sull'ambiente”. Una conoscenza geografica approfondita ci rende i cittadini più consapevoli e responsabili.

Per ridare centralità alla geografia, Varotto propone diverse soluzioni. A livello scolastico, è necessario superare la visione nozionistica e collegare la disciplina alle grandi emergenze del presente, come i cambiamenti climatici e le migrazioni. Fondamentale anche investire sulla formazione dei docenti e rendere la geografia autonoma dalla storia.

A livello universitario, i corsi di laurea devono fornire agli studenti gli strumenti per affrontare le sfide contemporanee, mentre la geografia pubblica può diffondere il sapere geografico anche al di fuori delle aule, attraverso iniziative come il Museo di Geografia di Padova.

“Ognuno di noi è un geografo”conclude Varotto. “Con le nostre azioni, disegniamo una mappa nel mondo. Esserne consapevoli ci rende più accorti, meno manipolabili e, forse, anche più felici”.



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