Diaz: “La fuga da Cuba, l’Italia, il legame con Fabrizio Donato. Parigi un’emozione indelebile”
L'atleta di orgini cubane ha raccontato sul palco di Trento la sua emozionante storia che lo ha portato al trionfo alle Olimpiadi
Lacrime di commozione in sala Depero: la storia di Andy Diaz, umana prim'ancora che sportiva, così imprescindibilmente legata a quella di Fabrizio Donato, tocca le corde dei sentimenti. I due, allievo e maestro, o allenatore – ma anche tanto di più – viaggiano in parallelo da ormai tre anni. Da quando Andy, dopo aver scelto di abbandonare Cuba, ha chiesto aiuto e collaborazione a Fabrizio. Se il primo quest'estate ha poi vinto a Parigi il bronzo olimpico nella stessa data (il 9 agosto) in cui a Londra, con dodici anni di anticipo, c'era riuscito il secondo, significa che al destino, alle volte, piace proprio essere protagonista.
la fuga
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“L'Italia – spiega Andy – mi ha dato una seconda possibilità, nella vita e in pedana. E oggi non potrei essere più felice. Quando dopo i Giochi di Tokyo 2021 sono scappato da un aeroporto spagnolo dove la delegazione cubana faceva scalo sulla via del ritorno, ho preso con me le scarpe per allenarmi, quelle chiodate e ben poco altro. Sognavo di fare l'atleta professionista, sono sempre stato convinto delle mie possibilità. Sono stato da un conoscente, poi spinto dai racconti di mamma che era stata in Europa per lavoro, sono arrivato nel vostro Paese. L'ho girato in lungo e in largo, con sistemazioni di fortuna. Una volta a Roma ho anche trascorso notte qualche su un marciapiede in attesa di regolarizzare la mia posizione. È in quel periodo che ho cercato Fabrizio: l'ho sempre stimato, gli ho chiesto di darmi una mano”. “Ho ricevuto una strana telefonata via Instagram – ricorda l'ex campione continentale – ero sospettoso. Andy parlava solo spagnolo e francamente, sebbene ai Mondiali indoor di Birmingham 2018 ci fossimo pure affrontati, non avevo ricordi di lui. Ho coinvolto mia moglie Patrizia e dopo qualche riflessione, poiché entrambi abbiamo imparato che lo sport è anche solidarietà, abbiamo deciso di ospitare. È così che tutto è cominciato”.
gli obiettivi
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L'acquisizione della cittadinanza, il passaporto, l'ingresso in Fiamme Gialle, la possibilità di far parte di un affiato gruppo di lavoro a Castelporziano e di gareggiare con la Nazionale azzurra dal 1° agosto 2024, alla vigilia dei Giochi: tutto è poi andato molto in fretta. “Anche sportivamente – racconta Andy -: Fabrizio ha puntato ad incrementare la velocità della mia rincorsa e le prestazioni si sono presto stabilizzate ad alto livello. Mi sono imposto in due finali di Diamond League consecutive, vincendo con 17.75 il Golden Gala a Firenze 2023 gli li ho sottratto il record italiano dopo 23 anni, mi ha raggiunto mamma, la pubalgia e poi… Parigi. Certe emozioni non le dimenticherò mai”. “In qualificazione, acciuffando la promozione alla finale all'ultimo tentativo, mi ha fatto venire una bella paura – ammette Donato –: poi, però, è stato bravo a riprendersi. Oggi Andy è il figlio maschio che, con due femmine, non abbiamo avuto”. Diaz, adesso, è motivato e ambizioso più che mai: “Voglio vincere tutto e arrivare al record del mondo – sorride – al Gp di Formula Uno a Monza ho incontrato il figlio di Jonathan Edwards: gli ho detto che il primato di suo padre ha i giorni contati”. “Piedi per terra – ammonisce Fabrizio – ma i margini di crescita, in effetti, non mancano”. Questa storia, probabilmente, è solo all'inizio.
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