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Navi, “manovra a cuore” e segnali agli Usa: perché l'azione cinese cambia tutto




Un succinto comunicato per notificare la fine di un'”esercitazione di avvertimento” UN Taiwan: Pechino così ha annunciato la maxi simulazione in cui sono stati schierati aerei da combattimento e navi da guerra. Un”severo avvertimento“, così è stato definito dalle autorità della Repubblica Popolare, ai movimenti e alle forze separatiste dell'ex Formosa. Le esercitazioni, chiamate Spada congiunta-2024Bhanno”messo alla prova le capacità operative congiunte integrate delle sue truppe“, secondo il portavoce militare, il capitano Li Xi.”Sempre in stato di massima allerta, le truppe del comando del teatro continuano a rafforzare la prontezza al combattimento con un duro addestramento e sventeranno i 'tentativi separatisti di indipendenza di Taiwan“, ha affermato Li.

La domanda è perché ora. Perché compiere il quarto girare di esercitazioni su larga scala in poco più di due anni, in un momento di massimo di caos come questo?

A chi parlano le esercitazioni cinesi attorno a Taiwan

Innanzitutto, occorre chiarire a chi è rivolto “l'accerchiamento d'amore attorno a Taiwan”: una manovra che più che all'isola parla agli Stati Uniti. E non solo a proposito della capacità di fronteggiare la “difesa” dell'ex nazionalista cinese, piuttosto a quella di gestire due tavoli simultaneamente: quello di Taiwan e quello coreano. La tensione è alta nella penisola coreana dopo che, all'inizio di questo mese, Pyongyang ne ha scoperti droni che trasportavano volantini di propaganda inviato dal sud.

Sebbene l'11 ottobre il ministero della Difesa Nazionale della Corea del Sud abbia negato di aver fatto volare qualsivoglia oggetto verso Nord, domenica il ministero della Difesa nordcoreano ha affermato di aver ordinato alle unità di fanteria lungo i confini di tenersi pronte ad aprire il fuoco. Con l'aggravante di due conflitti già aperti, in Medio Oriente e in Ucraina, e le elezioni americane fra meno di tre settimane.

L'impiego della Guardia Costiera cinese contro Taiwan: una novità

Il secondo dettaglio, il più “militare” di tutti, ha riguardato l'utilizzo della Guardia Costiera. Come tutti gli esercizi muscolari cinesi, l'esercitazione in questione ha mostrato le capacità effettive di Pechino nel contesto di una guerra eventuale. Ma le quattro flottiglie di unità per condurre “pattugliamenti di applicazione della legge e controlli” nelle acque intorno a Taiwan ora sembrano spostare la tattica verso un'altra direzione, ovvero quella di moltiplicare le azioni di disturbo.

In una dichiarazione, la Guardia costiera di Taiwan ha affermato di aver individuato due navi della Guardia costiera cinese a ovest dell'isola di Nangan e altre due a nord dell'isola di Dongyin alle 8.00 di questa mattina. Secondo la dichiarazione, poco dopo che le navi cinesi sono entrate in acque riservate al largo di Matsudove la filiale Kinmen-Matsu-Penghu della CGA si è schierata quattro navi pattuglia per seguire e allontanare gli intrusi. Le imbarcazioni della Guardia costiera cinese, dunque, daora in poi potrebbero essere impegnate per rivendicare i propri diritti e salire a bordo di navi civili o commerciali taiwanesi o straniere, come è accaduto con un peschereccio civile vicino a Kinmen nel luglio scorso: se ciò accadde , i griletti sarebbero l'un contro l'altra puntati.

Giochi di guerra senza preavviso: i rischi

Le esercitazioni non solo solo “esercitazioni”. I giochi di guerra cinesi producono effetti reali e, come questa mattina, in assenza di comunicazioni, una simulazione può essere scambiata per un'azione di guerra vera e propria. Chi, nella stanza dei bottoni, potrebbe essere costretto a giocare d'anticipo in un tempo ristretto potrebbe non soffermarsi troppo sulle intenzioni cinesi: una manovra di guerra non annunciata come test, è un'azione di guerra e come tale può costituire il casus belli che porterebbe all'escalation vera e propria; è davvero questo che vuole Pechino? Un pretesto? Se per molti analisti è difficile immaginarlo Xi Jinping opti per la guerra totale prima delle elezioni americane, al contrario questo potrebbe essere il momento migliore per prendere Taiwan “di rapina”: difficile pensare che l'amministrazione Biden agli sgoccioli si vada a impantare in Oriente, rischiando di perdere le elezioni.

C'è poi il fattore psicologico: la volontà cinese di non comunicare l'intenzione reale delle operazioni come quelle di questa mattina, crea costante pressione e senso di accerchiamento su Taiwan, con tutte le conseguenze del caso.



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