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Telefonata tra i capi militari di Italia e Israele. L'Idf promette: “Indagini sugli attacchi a Unifil”




Timori circa le tensioni fra le Idf israeliane e le forze di mantenimento della pace Unifil in Libano restano in cima alle priorità italiane. Quest'oggi il capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Luciano Portolanoha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo dell'Idf Herzi Halevi. I due hanno discusso delle manovre di terra dello Stato ebraico in Libano e soprattutto gli ultimi sviluppi sul campo, lo stato della sicurezza e le sfide che comportano.

Il contenuto della telefonata Halevi-Portolano

Oggetto di particolare attenzione nel colloquio odierno, lo sfruttamento da parte di Hezbollah delle aree in cui si trovano le postazioni dell'Unifil per le proprie attività terroristiche contro Tel Aviv. Halevi ha ribadito con fermezza a Portolano che le Idf continueranno a indagare sulle circostanze relative agli incidenti che hanno coinvolto le forze Unifil la scorsa settimana. Halevi ha evidenziato “l'importanza dell'azione congiunta degli eserciti contro il terrorismo nella regione“, esprimendo il suo apprezzamento per i rapporti tra gli eserciti e ha fatto riferimento al fatto che le Idf continueranno ad approfondire i rapporti professionali con l'Esercito Italianonell'ambito di un impegno condiviso per il rafforzamento della stabilità regionale e della sicurezza in Medio Oriente.

La difesa delle Idf e la denuncia del sindacato Aspm

Il generale Portolano, in un'intervista a Repubblica ieri, aveva riferito che, secondo il generale dello Stato ebraico, gli attacchi contro i caschi blu sono stati frutto di errori tattici e che sarebbero stati analizzate tutte le attività svolte sul terreno, in modo da prevenire ulteriori incidenti del genere. Portolano ha anche ribadito che gli accordi presi ad alto livello devono essere trasmessi fino all'ultimo uomo a terra, per evitare errori di calcolo che determinano situazioni come quelle di questi giorni. Questo anche alla luce del fatto che i soldati italiani hanno regole di ingaggio per garantire la loro protezione e quindi dare una risposta adeguata.

A denunciare la situazione attuale ei rischi per il personale italiano anche Francesco Gentilesegretario generale dell'Associazione sindacale professionisti militari. Secondo Gentile, l'escalation in Libano sta aggravando ulteriormente le condizioni dei militari italiani impegnati nella missione Unifil. Il personale sta subendo un elevato stress psicofisico, passando la maggior parte del tempo nei bunker. All'interno delle strutture, sovraffollate e distanti dai servizi igienici, i militari arrivano a trascorrere anche più di una giornata intera a causa dell'allarme, con serie difficoltà di approvvigionamento e diverse strutture inutilizzabili a causa dei danni riportati in seguito agli attacchi.

La nota congiunta proposta da Tajani e le parole di Meloni

Ed è proprio in merito all'escalation in Libano che quest'oggi i ministri degli Esteri di Italia, Germania, Francia e Regno Unito hanno espresso la loro “profonda preoccupazione” per i recenti attacchi contro le basi Unifil, in cui alcuni militari sono rimasti feriti. Lo si legge in una nota congiunta proposta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Questi attacchi devono finire immediatamente. Condanniamo tutte le minacce alla sicurezza di Unifil. Ogni attacco deliberato contro Unifil va contro il diritto internazionale umanitario e la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite“, sì legge.”La protezione dei peacekeeper è una responsabilità che ricade su tutte le parti del conflitto. Richiamiamo Israele e tutte le parti ad adempiere i loro obblighi per garantire la sicurezza del personale di Unifil in ogni momento ea consentire a Unifil di continuare a svolgere il suo mandato“, continua la dichiarazione.”Riaffermiamo l'essenziale ruolo di stabilizzazione svolto da Unifil nel Libano meridionale. Sottolineiamo l'importanza delle Nazioni Unite nel risolvere il conflitto armato e mitigare l'impatto umanitario“, termina la dichiarazione.

Penso sia preziosa l'opera dei militari Onu della missione Unifil” e di quelli impegnati “nella missione bilaterale Mibil per rafforzare la capacità delle forze armate libanesi di garantire la sicurezza del loro territorio.

E' un lavoro complesso su come costruire la pace“, ha dichiarato il premier Giorgia Meloni nella replica in aula al Senato dopo le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e del 18 ottobre.



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