Economia Finanza

In manette Kemi Seba, l'attivista anti-occidentale condannato per razzismo




Intervista a TRT Afrika Français

L'attivista africano Kemi Seba è stato ucciso a Parigi. La notizia è stata confermata da una fonte vicina al caso ai microfoni dell'AFP. Il 42enne militante panafricanista, noto per le sue posizioni anti-occidentali, è stato fermato nelle scorse ore dalla polizia transalpina ma al momento non si conoscono ancora i motivi. L'uomo, che a luglio aveva perso la cittadinanza franceseera stato già condannato a più riprese per incitamento all'odio razziale.

Kemi Seba, il cui vero nome è Stellio Gilles Robert Capo Chichi, è nato in Francia da genitori originari del Benin ed è stato soprannominato “stella nera”. Dalle accuse di antisemitismo alla campagna contro l'Occidentenel corso degli ultimi anni è stato al centro di diversi episodi di cronaca. A causa di alcuni elogi nei confronti di Vladimir Putin“non ha le mani sporche del sangue della schiavitù e della colonizzazione” – nel 2023 l'allora presidente della commissione difesa dell'Assemblea nazionale Thomas Gassilloud lo accusò di essere un portavoce “della propaganda russa” e di servire “una potenza straniera che alimenta il sentimento antifrancese“. Ancora negli ultimi mesi ha tenuto alcune conferenze a San Pietroburgo.

Dopo aver perso la cittadinanza francese, Kemi Seba da agosto è in possesso di un passaporto diplomatico rilasciato dal Niger, Paese con cui collabora come “consigliere speciale”. Il documento è stato rilasciato“in considerazione della lotta che sto conducendo da 25 anni per l'Africa, a rischio della mia vita”la sua versione sui canali social. Sempre in rete ha continuato a denunciare i presunti crimini della “Françafrique”, avvertendo: “Pensano di seppellirmi, mentre ancora una volta contribuisce involontariamente a rafforzarmi”.

Eletto personalità africana del 2017 da Africanews, Kemi Seba è noto anche per le sue posizioni ostili al Franco Cfa in Africamotivo per il quale in diversi Paesi (Costa d'Avorio, Senegal e Guinea) è stato regolarmente arrestato ed espulso.

Fu lui, inoltre, a ispirare le posizioni degli ex grillini Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sul tema nello scontro a distanza con Emmanuel Macron. Nel settembre del 2018 l'attivista incontrò l'allora sottosegretario degli Esteri Manlio Di Stefano, come testimoniato da una foto poi diventata virale.



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