Cinema

Festa del Cinema di Roma 2024: trailer dei film in Concorso nella Selezione ufficiale “Progressive Cinema”


Apre i battenti la Festa del Cinema di Roma 2024 (16-27 ottobre) giunta alla sua diciannovesima edizione con la direzione artistica di Paola Malanga, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma presieduta da Salvatore Nastasi, Direttrice Generale Francesca Via.

L’attore Lino Guanciale sarà sul palco della Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone per la cerimonia di inaugurazione. Nel corso della serata sarà presentato il film di apertura della Festa del Cinema 2024 Berlinguer. La grande ambizione di Andrea Segre, primo titolo del Concorso Progressive Cinema. Tra i più interessanti autori del nostro cinema, Segre – regista dei pluripremiati Io sono Li, La prima neve, L’ordine delle cose e Welcome Venice – porta sul grande schermo il racconto biografico della vita pubblica e privata di Enrico Berlinguer, dal viaggio a Sofia del 1973, quando sfuggì a un attentato dei servizi segreti bulgari, fino all’assassinio nel 1978 di Aldo Moro e la conseguente drammatica fine della strategia del “compromesso storico”, il grande tentativo di unire le forze popolari di matrice cattolica e socialista per guidare il Paese. Sul red carpet ci saranno Andrea Segre affiancato dal protagonista del film Elio Germano e dagli altri membri del cast.

Festa del Cinema di Roma 2024 – I premi alla carriera

Per celebrare i due Premi alla Carriera della Festa 2024, Viggo Mortensen e Johnny Depp, la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà i loro film d’esordio come registi: Falling e The Brave.

“Falling” prima esperienza dietro la macchina da presa di Viggo Mortensen è un intenso dramma famigliare, capace di lasciare un segno profondo per la sua capacità di raccontare conflitti e incertezze emotive senza rinunciare al sacro fuoco dell’ironia. Autore anche della sceneggiatura, Mortensen mostra una maturità e una sensibilità rare e dirige senza sbavature un cast in totale stato di grazia.

“The Brave” di Johnny Depp, straordinaria meditazione sui temi del sacrificio, della disperazione e della dignità e forse una delle ultime, grandi riflessioni sulla condizione dei nativi americani. Passato in sordina ai tempi della sua uscita, è diventato col tempo un piccolo cult in grado di mostrare tutto il talento anticonformista del suo autore.

100 LITRES OF GOLD di Teemu Nikki, Finlandia, Italia | World Premiere

Cast: Elina Knihtilä, Pirjo Lonka, Ville Tiihonen

Nel profondo Sud della Finlandia, le due sorelle Taina e Pirkko hanno da preparare ben cento litri della loro gloriosa, rinomata birra forte non filtrata, la sahti, per un matrimonio di paese; sennonché se la bevono tutta… Stordite da una sbornia clamorosa, si giostrano in un’esilarante disavventura, nel tentativo di recuperare il tempo e la birra perduti e salvare la reputazione loro e della sahti.

Note di regia: Questo film è una dedica alla piccola provincia e alla nostra birra sahti. È una miscela di black humour, penne arruffate e tanto orgoglio e amore per le tradizioni finlandesi. Io stesso sono nato a Sysmä, un paesello di 3000 abitanti al quale devo tanto, in termini di identità: ricordo sempre a tutti, tutte le volte che posso, che vengo da una famiglia di mastri birrai. La sahti da noi è mitica come lo è il vino per gli italiani; ed è al centro della comunità e della vita dei personaggi che vi mostro. Il mio personale modo di raccontarla sarà scanzonato, né considero questa una storia di alcolismo, semmai di ciò che sta dietro. Voglio che il pubblico pensi bene a cosa nascondono le risate.

L’ALBERO di Sara Petraglia, Italia | Opera prima | World Premiere

Cast: Tecla Insolia, Carlotta Gamba, Cristina Pellegrino

Bianca ha 23 anni, dovrebbe frequentare l’università, ma non ci va mai. Ha poche ossessioni: il tempo che passa, la cocaina e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce. Anche la loro amicizia, tra amore e dipendenza. Bianca ha un quaderno su cui scrive appunti per i suoi libri, ma vorrebbe annotarci altro: che perdiamo tutto continuamente e che alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma e l’albero che si intravede, muto, dalla finestra di casa – niente andrà perduto.

Note di regia: Questa storia, prima di diventare una sceneggiatura, ha preso negli anni diverse forme. Era il tentativo di elaborare un vissuto denso, traumatico, ma anche felice. Di trasformare in parole il sentimento della nostalgia. Ed era il tentativo di riportare indietro cose che se ne stavano andando o se n’erano già andate. Per questo pensavo che questa storia riguardasse solo me. Ma dopo aver scritto il film, ho capito che poteva parlare anche ad altri. Che poteva mostrare un mondo femminile in cui le ragazze si muovono sole, chiuse dentro piccoli microcosmi, libere e vitali ma anche egocentriche, bugiarde, indolenti, viziate. Un mondo in cui gli uomini non esistono, così come non esistono gli adulti. Poi ho creduto che avrei potuto provare a girarlo, questo film. Un film in cui dire la dipendenza come uno snodo critico della vita, che insieme distrugge e regala una diversa conoscenza di sé, dell’amicizia, dell’amore, linfe vitali anche quando finiscono.

L’ARTE DELL’ESSERE FELICI di Stefan Liberski, Belgio, Francia

Cast: Benoît Poelvoorde, Camille Cottin, François Damiens, Gustave Kervern

BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE di Andrea Segre, Italia, Belgio, Bulgaria | World Premiere

Cast: Elio Germano, Elena Radonicich, Paolo Pierobon, Roberto Citran, Andrea Pennacchi, Giorgio Tirabassi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Fabrizia Sacchi

Quando una strada sembra impossibile, è necessario fermarsi? Non l’ha fatto Enrico Berlinguer, segretario negli anni ’70 del più importante partito comunista del mondo occidentale, con oltre un milione settecentomila iscritti e più di dodici milioni di elettori, uniti dalla grande ambizione di realizzare il socialismo nella democrazia. La storia di un uomo e di un popolo per cui vita e politica, privato e collettivo, sono indissolubilmente legati.

Note di regia: Su Berlinguer sono stati realizzati molti documentari, libri, saggi, ma finora nessuno aveva mai provato ad affidare al cinema di finzione la ricostruzione “da dentro” del suo mondo e del suo popolo, negli anni forse più complessi e decisivi della sua esperienza politica. Ho deciso di misurarmi con questa sfida e due sono stati i cardini che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui: da una parte il rispetto della serietà e della sobrietà di Enrico, dall’altra la scelta di non imitare mai, ma di provare sempre a capire. Raccontare la politica non attraverso slogan e simboli, ma immergendosi nella vita di chi la sente parte irrinunciabile dell’esistenza. Aver scelto Elio Germano come protagonista è stato essenziale, perché sapevo che anche lui avrebbe lavorato per comprendere e non per rappresentare.

BRING THEM DOWN di Christopher Andrews, Irlanda, Regno Unito, Belgio | Opera prima

Cast: Christopher Abbott, Barry Keoghan, Colm Meaney, Nora-Jane Noone, Paul Ready

Michael, figlio minore di una famiglia di pastori, vive con il padre malato, Ray. Oppresso da un terribile segreto, vive isolato dal resto del mondo. Quando il conflitto con il contadino rivale Gary e col figlio Jack si inasprisce, Michael viene trascinato in una terribile catena di eventi. Oramai obbligato a confrontarsi con gli orrori del suo passato, cambierà per sempre il destino di entrambe le famiglie.

Note di regia: Tutti abbiamo un dolore, una ferita che nascondiamo: a noi decidere se accettare questa condizione di vulnerabilità o prendercela col mondo. Ciò che è conflittuale in questo film riflette cose che ho vissuto da ragazzo, cresciuto diviso tra la parte cattolica e quella protestante della famiglia… nell’ombra lunga dei vecchi padri. Quella era un’area di conflitto. Ciononostante, la chiesa era anche il luogo dove mi sentivo protetto, al sicuro. Il mio conforto. Una delle storie che ascoltavo là è alla base di una domanda centrale nel film: che succede se il buon pastore, lasciate le novantanove pecore per soccorrere quella smarrita, scopre che qualcuno ha rapito o magari ucciso il gregge?

LE CHOIX di Gilles Bourdos, Francia | World Premiere

Cast: Vincent Lindon

Simile alla calce che cola nelle fondamenta dei suoi alti edifici, Joseph Cross è un uomo solido, forte, affidabile. Ma, una notte, una chiamata misteriosamente lo trascina nella sua auto e lo spinge a lasciare il cantiere, il progetto più importante della sua carriera. A lui la scelta: destra o sinistra, destini differenti. Altre fondamenta si sgretolano nella vita di Joseph, solo con i suoi demoni e il suo telefono, la strada davanti a sé.

Note di regia: E così Joseph Cross, il costruttore, è disposto a rischiare di demolire tutto ciò che ha costruito solo per ottenere qualcosa che ritiene giusto? Le Choix è un thriller esistenzialista che mette in crisi l’etica della responsabilità. Riprendere un uomo solo nella sua auto vuol dire pensare che non esista paesaggio più affascinante del volto di un uomo. Per dare corpo a quest’uomo ordinario, normale, spinto al suo estremo limite, era essenziale lavorare con un attore abbastanza carismatico da reggere tutto il film con le sue mani per quasi 80 minuti. Lo spettatore si avvicina a personaggi con i quali riesce a identificarsi. Gli offri una storia e pensa: “Quello potrei essere io!”. Sei già a metà strada. L’altra metà la fa Vincent Lindon.

ES GEHT UM LUIS (ABOUT LUIS) di Lucia Chiarla, Germania | Opera prima

Cast: Max Riemelt, Natalia Rudziewicz, Franziska Troegner

Constanze e Jens conducono una vita amorevole ma stressante, che inizia a sgretolarsi quando il loro figlio Luis viene preso di mira a scuola. Divisi tra norme sociali oppressive e tentativi disperati di proteggere il figlio, entrambi si scontrano in un conflitto di valori che minaccia la loro relazione. Nel frattempo Luis viene lasciato solo e intrappolato in una pericolosa spirale discendente.

GREEDY PEOPLE di Potsy Ponciroli, Stati Uniti

Cast: Joseph Gordon-Levitt, Lily James, Himesh Patel, Tim Blake Nelson, Uzo Aduba, Simon Rex, Nina Arianda, Jim Gaffigan, José María Yazpik, Joey Lauren Adams

A Providence, Rhode Island, non succede mai niente di eccitante, spiega un poliziotto al suo collega appena arrivato. Perciò, trovati un hobby, stai attento al capo e non uccidere nessuno. Invece, naturalmente, ci scappa il morto e, di fianco al morto, ecco spuntare un milione di dollari.

Note di regia: In Greedy People esploriamo l’intreccio di commedia e tragedia. La vita può essere assurda, far ridere e spezzare il cuore in una sola volta. Il film inizia con leggerezza e gradualmente diventa più cupo; il cambio di tono riflette come nella vita certe volte si possa passare dal riso alla disperazione in meno di un batter d’occhio. È una storia di scelte, che ci parla del peso di quelle scelte e delle aree grigie nel mezzo. Volevo condurre lo spettatore dall’allegria all’amarezza: la linea tra le due cose può essere sfumata. E che serva da promemoria: sotto la superficie, in ogni storia e in ogni persona, c’è sempre una mescolanza di buono e cattivo, di luce e ombra.

L’ISOLA DEGLI IDEALISTI di Elisabetta Sgarbi, Italia | World Premiere

Cast: Tommaso Ragno, Elena Radonicich, Renato Carpentieri, Michela Cescon, Mimmo Borrelli

È una notte del gennaio 1970, quando due giovani ladri in fuga, Beatrice Navi e Guido Cenere, approdano su un’isola, vengono sorpresi dal guardiano e poi condotti al cospetto degli abitanti della sontuosa Villa delle Ginestre. Qui vive la strana ed enigmatica famiglia Reffi, composta da Antonio, padre ed ex direttore d’orchestra, e i figli Carla e Celestino. L’arrivo dei due ragazzi cambierà per sempre la vita di tutti, in quella villa sospesa tra acqua e nebbie.

Note di regia: Del romanzo di Giorgio Scerbanenco da cui è tratto il film – scritto nei primi anni ’40, documentato ma andato perduto, ritrovato recentemente e pubblicato per la prima volta – mi affascinava il racconto di questi “idealisti”, tre personaggi che non vivono la realtà, ma il teorema della realtà. (Capita a ognuno di noi, in verità). È una forma di sopravvivenza a traumi passati, o di resistenza alla brutalità della vita. Scerbanenco colloca questi idealisti su un’isola, e l’isolamento corrobora l’immaginazione, svapora la realtà, smussa gli spigoli degli oggetti contundenti che la vita lancia. Ho cercato di raccontare questi idealisti nel momento in cui il loro mondo immaginato (e quindi realissimo) vacilla per l’irruzione della realtà, che ha le sembianze improvvise, eleganti e seduttive di due giovani ladri: sull’isola degli idealisti sbarcano allora, con i due ragazzi dal volto angelico e diabolico, il desiderio e la vita, quella vera.

JAZZY di Morrisa Maltz, Stati Uniti

Cast: Jasmine Bearkiller Shangreaux, Syriah Fool Head Means, Richard Ray Whitman, Raymond Lee, Lily Gladstone

Sei anni nella cerchia e nella vita di Jasmine Bearkiller Shangreaux, ragazzina di etnia Oglala Lakota che vive a Spearfish, nel Dakota del Sud. E di Syriah, l’amica del cuore. Quando “Jazzy” scopre l’imminente trasferimento dell’amica, assaggia il dolore del cambiamento e delle “cose adulte”. A guidarci sarà lo sguardo di chi, come Jasmine e Syriah, a poco a poco è costretto a voltare le spalle al mondo di sogno dell’infanzia.

Note di regia: Jazzy Bearkiller, la protagonista, è la mia vera figlioccia. L’ho vista crescere sin dai suoi 5 anni; e l’ho vista fiorire come attrice nel mio film precedente, The Unknown Country… Questo vuol essere un ritratto delle sue metamorfosi. Pur essendo finzione, per Jazzy, per Syriah, che hanno condiviso ciò che erano e che provavano in tempo reale, è anche vita. Ci hanno incantati con il bagliore, la poesia del loro diventare grandi, la loro capacità di raccontarsi. Personalmente, ho sempre trovato più semplice empatizzare con i più piccoli. Come regista, nel film desideravo dare a queste loro vite, solo apparentemente piccole, la stessa identica importanza che diamo alla nostra.

KUN BANG SHANG TIAN TANG (BOUND IN HEAVEN) di Huo Xin, Cina | Opera prima

Cast: Ni Ni, Zhou You, Liao Fan

Yo è una donna intrappolata dalla violenza, Tai un uomo con una malattia terminale, due anime solitarie che si intrecciano indissolubilmente dopo un incontro fortuito e si innamorano. La tragedia li travolgerà presto ma troveranno l’uno nell’altro l’unico faro nell’oscurità delle loro vite. Un viaggio in cui spirito e corpo, vita e morte sono strettamente legati.

Note di regia: Questa è una storia di amore e morte. Ci sono state lunghe discussioni sull’adattamento: l’amore e la morte sono temi eterni. L’amore è il fulcro della storia, tuttavia non influenza affatto il destino dei protagonisti. Entrambi lo accettano e scelgono di vivere al massimo fino alla fine. Lo scontro tra dolcezza e rigidità genera un senso di bellezza eccezionale ma crudele. Entrambi i personaggi sono esseri incredibilmente solitari che mostrano la loro solitudine attraverso la passione. Questa è stata la parte più attraente del processo creativo. Ho voluto, inoltre, realizzare un ritratto della società moderna nelle città e nelle aree rurali che diventano l’atmosfera di fondo di questo film.

READING LOLITA IN TEHRAN (LEGGERE LOLITA A TEHERAN) di Eran Riklis, Italia, Israele | World Premiere

Cast: Golshifteh Farahani, Zar Amir, Mina Kavani, Bahar Beihaghi, Isabella Nefar, Raha Rahbari, Lara Wolf, Arash Marandi, Shahbaz Noshir, Catayoune Ahmadi, Reza Diako, Ash Goldeh, Sina Parvaneh, Rita Jahan Foruz

Un’ex professoressa di lettere dell’Università di Teheran si dedica a sette studentesse tra le sue più appassionate, con la promessa di riunirsi per leggere segretamente i classici della letteratura occidentale ora censurati dal regime. Svelandosi in ogni senso, e mettendo in parole speranze, delusioni e desideri – cioè leggendo Lolita –, queste giovani donne sfidano il radicalismo moralista dello Stato iraniano all’indomani del ’79.

Note di regia: Sapevo che sarebbe stato complicato raccontare una storia tanto intima, al femminile e ambientata in Iran; però ho creduto che alla base ci potesse essere un sentimento umano e condivisibile. Nei film, provo sempre a scandagliare i cuori e le battaglie di chi è messo all’angolo, là dove si incontrano il politico e il personale. Sono cose che accadono e accadranno dappertutto. Le mie protagoniste cercano certezze dove certezza non c’è; combattono la solitudine camminando su gusci d’uovo. Anche l’amore imita questioni più grandi, globali, questioni di lealtà, tradimento, menzogna e verità. La linea è sottile, ma un iraniano, come un israeliano, dovrebbe riuscire a vedere la crepa.

LA NUIT SE TRAÎNE di Michiel Blanchart, Belgio, Francia | Opera prima

Cast: Jonathan Feltre, Romain Duris, Jonas Bloquet, Natacha Krief

Mady, studente di giorno e fabbro di notte, aiuta una ragazza a entrare nel suo appartamento. Sembra un lavoro di ordinaria amministrazione, ma Mady realizza presto di essere diventato accidentalmente complice di un grave crimine. La ragazza ha rubato qualcosa che appartiene a un individuo molto pericoloso. Coinvolto suo malgrado in una caccia all’uomo, Mady ha una notte di tempo per provare la sua innocenza.

Note di regia: Sognavo di esordire con un film che si svolge nell’arco di una notte. Ho un debole per i film che seguono il principio dell’unità di tempo. In termini di scrittura è stato rassicurante seguire queste direttive, collocare il protagonista in situazioni specifiche, rendendo ogni passaggio necessario alla progressione narrativa. Volevo evitare una sceneggiatura scolastica, la necessità di esprimere per forza un punto di vista su temi politici o sociali, né mi interessava l’idea di rimanere nei canoni del cinema di genere. Ho cercato di affrontare queste problematiche senza essere frontale, ho voluto essere generoso nei confronti dello spettatore, con un occhio alla lezione di Spielberg, che con i suoi film riesce a raccontare mondi senza mai dimenticare il piacere dell’intrattenimento.

POLVO SERÁN di Carlos Marques-Marcet, Spagna, Italia, Svizzera

Cast: Ángela Molina, Alfredo Castro, Mònica Almirall Batet, Patrícia Bargalló, Alván Prado

Le vite di Claudia e Flavio sono intrecciate da così tanto tempo che nessuno dei due riesce a concepire la propria esistenza senza l’altro. Quando Claudia, a cui è stato diagnosticato un male incurabile, decide di ricorrere al suicidio assistito, Flavio vuole appoggiarla. Tra la lealtà verso il proprio amore e la difficoltà di far comprendere agli altri le proprie scelte, Claudia e Flavio si confrontano con il bilancio di una vita, da chiudere insieme.

Note di regia: Il film non tratta esclusivamente della malattia terminale o del suicidio assistito quanto, piuttosto, del modo in cui affrontiamo gli affetti e le nostre aspettative di fronte al vuoto della morte. Più che concentrarci sul decadimento fisico legato alle malattie terminali, su cui abbiamo fatto molte ricerche, ci interessava il lato esistenziale ed emotivo della malattia, che porta con sé interrogativi del tipo: come scegliamo di vivere? Come condividiamo le nostre decisioni con i nostri cari? Come ci accompagniamo l’un l’altro nel processo che porta alla fine?

QUERIDO TRÓPICO di Ana Endara, Panama, Colombia | Opera prima

Cast: Paulina García, Jenny Navarrette, Juliette Roy

Nella vivace e brulicante Panama, Ana María, immigrata colombiana che lavora come infermiera a domicilio, incrocia il destino di Mercedes, facoltosa imprenditrice alle prese con una forma iniziale di demenza. Insieme affrontano un percorso di reciproca scoperta e mutuo supporto. La relazione diventa ogni giorno più complessa e profonda. Tra le difficoltà della malattia e il bisogno di contatto umano, Ana María e Mercedes imparano ad affrontare le avversità della vita.

Note di regia: Il film è nato da mie riflessioni personali sulla fatalità della vita ed esplora il senso del dovere dei figli nei confronti dei genitori quando il tempo trasforma questi ultimi in bambini bisognosi di cure e protezione. Oltre a ciò, il film affronta anche il tema della maternità nelle varie forme che essa può assumere, in particolare quelle meno convenzionali, in un contesto, l’America Latina, in cui le donne senza bambini sono considerate incomplete. Querido Trópico è un dramma luminoso dalla sensibilità tropicale, pieno di momenti imprevedibili, mutevole come il clima di Panama.

SPIRIT WORLD di Eric Khoo, Francia, Giappone, Singapore

Cast: Catherine Deneuve, Yutaka Takenouchi, Masaaki Sacai

La leggendaria cantante Claire vola in Giappone per un ultimo concerto sold-out. Quando lo spettacolo finisce, termina anche la vita di Claire sulla terra. Ma la aspetta una nuova vita inaspettata nel mondo spirituale, dove sarà guidata da Yuzo, uno dei suoi più grandi fan.

Note di regia: Ho sempre sognato di realizzare un film in cui gli spiriti avrebbero assunto ruoli principali e avrebbero creato un raggio di speranza, un’epifania spirituale. La presenza degli spiriti nel nostro mondo è stata un elemento tematico fondamentale dei miei film. Essendo cresciuto con una dieta costante di episodi TV di Ai confini della realtà durante i miei anni di formazione e innamorandomi delle semplici storie d’amore di un tempo, ho pensato: non sarebbe romantico se due anime solitarie potessero trovare l’amore nella morte, nel mondo degli spiriti? Spero che Spirit World riesca a riunire queste meravigliose pietre miliari delle nostre vite (e oltre) in un’esperienza emotivamente risonante e spiritualmente appagante.

PARADISO IN VENDITA di Luca Barbareschi, Italia, Francia | World Premiere

Cast: Bruno Todeschini, Donatella Finocchiaro, Domenico Centamore, Matteo Gulino, Martina Ziami, Ludovico Caldarera, Antonio Ribisi La Spina, Lollo Franco, Roberto Pizzo, Francesco Giulio Cerilli, Vito Ubaldini, Stefania Blandeburgo, Vincent Nemeth

Per superare una crisi finanziaria, il governo italiano decide di vendere ai francesi una delle sue isole, Fenicusa, immaginaria terra siciliana. Il governo francese spedisce sull’isola François, che cercherà di acquisire tutte le proprietà degli isolani a costo di manipolazioni oscure. Ma la bellezza, si sa, non si compra. E gli isolani sono tutt’altro che indifesi.

Note di regia: Nel 2015, a seguito della crisi economica, il governo greco prese in considerazione l’idea di mettere in vendita alcune sue isole per far fronte ai propri debiti. Da qui nasce l’idea di Paradiso in vendita: raccontare, in chiave comica, le soluzioni folli quanto geniali che i governi adottano per riparare ai loro errori. Dietro la commedia e la storia d’amore, il film riflette sulla difesa della creatività, della bellezza e dell’artigianalità che caratterizza il nostro Paese e che spesso viene piegata da interessi economici. Inoltre, tramite il personaggio di Richelieu, il film vuole raccontare la paura del diverso, facendoci riflettere sull’insensatezza del razzismo.

THE TRAINER di Tony Kaye, Stati Uniti | World Premiere

Cast: Vito Schnabel, Julia Fox, Steven Van Zandt, Beverly D’Angelo, Bella Thorne, Gina Gershon, Stephen Dorff, Lenny Kravitz, Paris Hilton, Allan Góes, Taylour Paige, Colleen Camp, Brock O’Hurn, John McEnroe

Un uomo stravagante, spiantato e tutto muscoli ha un sogno quasi maniacale: apparire sul canale di televendite preferito della madre per promuovere un attrezzo evidentemente pericoloso che, a suo dire, potenzierebbe la quantità di Hope Molecules, delle fantomatiche molecole della speranza nel cervello umano. Autoproclamatosi trainer di star hollywoodiane, in una settimana dovrà sfidare la grandiosa menzogna che è la sua vita.

Note di regia: Più di ogni altra cosa, a me interessa l’aspetto attoriale. Arrivare alla performance è ciò che in assoluto mi importa di più. Per me le tre cose più importanti – nel cinema – sono: a) chi è davanti alla macchina da presa, b) chi è davanti alla macchina da presa, e c) chi è davanti alla macchina da presa. La condizione umana, ecco ciò che m’interessa. Tutto il resto è secondario. Con Vito Schnabel ho intuito subito che era un attore nato; istintivamente sapevo che avrebbe dovuto fare l’attore. L’ho implorato di prendere parte al progetto, di lasciarsi dirigere. Poi sono arrivati Julia Fox, Bella Thorne, Stephen Dorff, e tutti gli altri interpreti a farci dono del loro divino talento.



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