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Da Bagnoli a Tricella passando per Elkjaer e Briegel: così vinse il Verona dei miracoli


La squadra operaia allenata all'italiana si rese protagonista di una imprevedibile ed entusiasmante cavalcata, che nella stagione '84-85 la portò a superare, fra le altre, la Juve di Platini, l'Inter di Rumenigge e il Napoli di Maradona

Nell'estate del 1985 i turisti stranieri, soprattutto tedeschi e olandesi, che scendevano sulla sponda veronese del Lago di Garda per godersi le meritate vacanze, venivano puntualmente accolti da festose bandiere gialloblù che sventolavano lungo le vie principali, sulle spiagge, persino davanti ai negozi . Ovunque, da Peschiera a Malcesine, passando per Bardolino e per Torri del Benaco, era un trionfo di giallo e di blu che colorava le giornate. I commercianti avevano addirittura promosso una speciale iniziativa: le loro borse di plastica, dove s'infilavano il pane, gli ortaggi e la frutta, non recavano più la scritta del negozio, ma erano semplicemente gialle da una parte e blu dall'altra. Si trattava di un omaggio all'impossibile che si era realizzato: una specie di miracolo. Poiché i turisti, quelli che erano a digiuno di calcio o che non seguivano le vicende del campionato italiano, erano all'oscuro del motivo che aveva spinto un'intera sponda del lago a “vestirsi”ddi gialloblù, ne chiesero spiegazione e ottenero questa facile risposta: “Ma non lo sapete? Il Verona, quest'anno, ha vinto lo scudetto! Una cosa incredibile!”. Il giallo e il blu, colori sociali del club, stavano a simboleggiare la partecipazione alla festa, la condivisione dell'allegria. Che si trattasse di una vicenda incredibile era testimoniato dal fatto che nessuno, nemmeno il più ottimista dei tifosi, avrebbe scommesso una lira sulla vittoria del titolo da parte del Verona.



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