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Bilancio 2025: misure per la famiglia e natalità, primi passi verso un fisco più equo



Scrivevamo ieri, sempre su queste pagine online, in attesa della riunione del Consiglio dei Ministri che doveva approvare la bozza di legge di Bilancio 2025, che almeno alcune priorità dovevano essere presenti: “mantenere o incrementare il sostegno economico, con l'assegno unico e /o con interventi fiscali e detrazioni; sostenere maternità e paternità con i congedi parentali/genitoriali; promuovere asili nido e servizi territoriali per la prima infanzia: tutte le scelte che devono essere tendenzialmente universalistiche e di lungo periodo, perché una coppia di genitori, quando mette al mondo un figlio, deve resistere per almeno 25 anni”.

Oggi, di fronte al testo approvato e ai primi commenti, possiamo provare a commentare le più interessanti azioni previste per sostenere le famiglie e promuovere la natalità, rimandando ovviamente a dati più certi (per esempio alle cifre concrete per le singole misure) e alla versione finale della legge, che sarà esito anche del lavoro del Parlamento.

Un primo dato, virtuoso, anche se in fondo “solo” amministrativo, è aver scorporato dal conto ISEE le entrate dell'assegno unico (come per altro più volte denunciato e chiesto dal Forum delle associazioni familiari). Infatti, queste cifre, aumentando “innaturalmente” il valore dell'ISEE familiare, andavano a penalizzare le famiglie quando dovevano chiedere un posto in asilo nido, un incentivo o un sostegno per le tariffe, e per tanti altri motivi. Bene, quindi: l'amministrazione pubblica ha corretto un errore (che lei stessa aveva compiuto, per dirla tutta…).

Un secondo dato, positivo, ma in modo forse un po' meno lineare, è la “Carta per i nuovi nati”, che porta 1.000 euro per ogni nuovo nato, riservato a chi sta sotto la soglia ISEE dei 40.000 (soglia abbastanza alta, va riconosciuto). Risorse fresche e aggiuntive, che sostengono la natalità nei suoi primi passi: tuttavia, non si può non segnalare che limitarsi all'evento nascita di per sé non agevola in modo sostanziale la decisione di mettere al mondo un figlio (o un figlio in più) , proprio perché, come ricordavamo ieri, “…una coppia di genitori, quando mette al mondo un figlio, deve resistere per almeno 25 anni”. In sostanza, un bonus a termine; e non è chiaro se sia stato introdotto solo per il 2025 o anche per i nati degli anni successivi. Il fatto che sia stato chiamato “Carta” e non bonus potrebbe invece essere un piccolo segnale positivo, perché potrebbe significare che tale carta (magari proprio una vera e propria carta plasticata, valida per diversi anni) resti a disposizione del figlio anche negli anni successivi , ed essere “ricaricata” con nuovi interventi e sostegni, nel corso della vita futura. È così, in effetti, la carta “Dedicata a te”, che offre 500 euro per un anno ai nuclei più poveri (sotto i 15.000 euro di ISEE) che non percepiscono altri sostegni assistenziali (come l'Assegno di Inclusione, ad esempio) . Anche qui: una misura spot, che però ovviamente è preziosa per chi è in difficoltà. Ma la continuità della “Carta Nuovi nati” è ancora tutta da verificare.

Sembra inoltre che – terzo elemento positivo – i congedi parentali saranno rafforzati; ci piacerebbe però sapere se e quanto questo sostegno sarà mirato anche ai padri, perché una maggiore condivisione/suddivisione dei compiti di cura è sicuramente un punto cruciale per sostenere la natalità, migliorare la cultura aziendale e promuovere la qualità di vita di entrambi i neo- genitori.

Il quarto elemento positivo – ultimo, ma potenzialmente il più importante – riguarda l'annuncio che le prossime detrazioni previste saranno commisurate anche alla dimensione familiare (numero di familiari a carico): sarebbe un primo passo verso un fisco a misura di famiglia, una prima sperimentazione che potrebbe confermarsi empiricamente – anche all'interno del Ministero dell'Economia – che solo se il fisco diventa capace di vedere la famiglia potrà essere più equo e più efficace.

Difficile infine, oggi, dire “cosa manca”, al di là di una certa incertezza sulla reale quantità di risorse effettivamente dedicare alla famiglia in questa legge di bilancio; conviene segnalazione, a questo proposito, che nel confronto europeo ci manca un punto di Pil rispetto alla media europea di spese per le politiche familiari (tra i 16 ei 17 miliardi, in sostanza). Quindi attribuire maggiori risorse per le politiche a sostegno della famiglia e della natalità non è proteggere in modo privilegiato una parte del Paese: è solo restituire alle famiglie una parte di quel giusto sostegno che da anni aspettano – e meritano.





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