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La missione oggi, segnalare a tutti un orizzonte bello



Cari lettori,
per qualche anno ho avuto la fortuna di tenere un corso di Comunicazione ai diaconi del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME)nel Seminario teologico internazionale di Monza. Tra i miei studenti ricordo due giovani birmani, con le teste rasate come monaci buddisti: Brang San Li e Gregorio Ba Oo. Una volta ricevuta l'ordinazione sacerdotale, non sono stati assegnati al loro Paese di origine – dove pure è acuto il bisogno di missionari e missionari – bensì inviati a Hong Kong.

C'è un altro aneddoto che racconta, per spiegare come è cambiata e sta cambiando la missione. Nella mia parrocchia, a Leccoè arrivato Giustinaun seminarista del PIME: pure lui è birmano, come lo sono le suore che da alcuni anni collaborano nella pastoralein asilo, in oratorio… Forse si sta per avverare la profezia di don Lorenzo Milaniche nel suo Esperienze pastorali – correva l'anno 1957! – ipotizzava che in Italia sarebbero arrivati missionari cinesi a evangelizzare il Belpaese? Certo è che la missione sta cambiando e questo rappresenta indubbiamente un segno di vitalità della Chiesa.

Da decenni, ormai, quelli che erano un tempo “Paesi di missione” sono diventati gli stessi dai quali partono coloro, donne e uomini, sacerdoti ma anche laici, che dedicano la vita per l'evangelizzazione dei popoli che non conoscono Cristo. La missione cambia, cambiano gli strumenti, i linguaggi, le strutture. Ma – ci ricorda papà Francesco nel Messaggio per la Giornata Missionaria che si festeggia domenica 20 ottobre – c'è qualcosa che non deve mai cambiare.

«La missione di portare il Vangelo ad ogni creatura», scrive il Papa, «deve avere necessariamente lo stesso stile di Colui che si annuncia. Nel proclamare al mondo la bellezza dell'amore salvifico di Dioio discepoli-missionari lo fanno con gioiasenza forzatura, coercizione, proselitismo; sempre con compassione e tenerezzache riflettono il modo di essere di Dio».

Ma – si chiederà qualcuno – possibile che nel 2024nel tempo di Internet e dei voli low cost, esistano ancora posti nel mondo dove il messaggio di Gesù non è stato annunciato o dove la Chiesa muove i primi passi? Sì, per quanto appare strano, è così. Il compito missionario della Chiesa non può mai dirsi finito. Non solo perché esistono tuttora moltissime situazioni di “prima evangelizzazione”tanto nel profondo delle foreste quanto nelle periferie delle metropoli.

C'è un altro motivo, ben più importante: se coloro che credono di sentirsi grati per l'invito del Signore alla sua festa, non smetteranno di correre «ai crocicchi delle strade» per invitare chiunque a partecipare al banchetto di Dio. «Siamo inviati ad annunciare il Vangelo a tutti», sottolinea il Papa, «non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi segnala un orizzonte bellofuori re un banchetto desiderabile».

Non sarà, quindi, che la tiepida temperatura missionaria della Chiesa italiana attuale dipende da una Fede “statica” e, di conseguenza, da un calo di entusiasmo per l'annuncio?





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