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“Voi con queste gonnelline mi provocate”: le testimonianze delle molestie nelle scuole di giornalismo in Italia


Oltre 240 testimonianze documentate da screenshot di chat e registrazioni video raccontano dieci anni di molestie subite da altrettante giornaliste tra le redazioni e le scuole di giornalismo in Italia. Mani sulle cosce, messaggini notturni, complimenti, promesse di carriera, ammiccamenti: frasi come “voi con queste gonneline corte mi provocate”, diventata il titolo della raccolta curata da Irpimedia e dal collettivo Espulso.

La stampa è dei maschi, è la frase pronunciata in aula da un giornalista che tiene lezioni nelle Università. C'è pure un redattore che manda messaggini alla giovane stagista capitata nella scrivania vicina: “Come sei bella oggi vestita da gitana” e ne commenta il corpo. Quando lei ne ha parlato con un collega è stata invitata a riderne: “È ovvio che gli anziani ci provino con la giovane, è la storia più vecchia del mondo”.

Le testimonianze

Dalla Scuola di giornalismo dello Iulm sono giunte decine di testimonianze circa l'atteggiamento di un giornalista milanese definito “laido” e “profondamente maschilista”: oltre a domande ripetute su fidanzati ed esperienze sentimentali le ragazze si sentivano dire che non sarebbero mai stati in grado di occuparsi di temi come mafia ed esteri, questione di genere.

Tre studentesse del Maestro Walter Tobagisempre a Milano, hanno riferito di essere state scelte da un formatore perché collaborassero con la redazione nella quale lavora. Poi è partito con gli inviti a pranzo ei messaggi di complimenti: quella di loro che ha rifiutato l'invito ha ottenuto l'esclusione dalle attività.

Le molestie

Ida studiava alla Luiss di Roma e mentre chattava con un giornalista, parlando di lavoro, lui le ha scritto su un'altra piattaforma “Ti voglio, vieni a casa mia”. Nonostante lei si dichiarasse non interessato lui caricava: “Ho bisogno di sentire la tua voce, quando l'ho sentita la prima volta mi sono eccitato”.

A una sua collega è andata peggio: una sera lo incontra per caso a un concerto e, dopo averle detto “so che anche tu mi vuoi”, le ha preso la testa fra le mani per baciarla con forza. Roma: nella redazione di una televisione nazionale c'è il caporedattore che che i primi giorni è gentile e professionale ma poi si sbilancia in apprezzamenti di natura estetica e tentativo di avviare conversazioni intime. È capitato a una collaboratrice che pure si è sentita dire davanti a tutti: “con quelle gambe mi puoi chiedere quello che vuoi”. In redazione tutti hanno pensato che fossero amanti ma la verità è che lui, assunto il rifiuto, non l'ha più fatta lavorare.

Nel corso di uno stage a Urbino un giornalista inviava messaggi con ammiccamenti e complimenti a una praticante e una sera ha insistito per portarla a casa. “Ha fatto il tragitto fissandomi, io provavo disagio e un senso di insicurezza”. Poi le ha scritto: “Ti avrei dato un bacio, ma sei scappata. Hai paura di me?”, “Non ti piaccio o non ti interessa il sesso ?”.

Altra persona, altro giornale, stessa storia: nella redazione in cui faceva lo stage Michela ha subito molestie verbali (“quanto sei fregna”, “ti metti le maglie attillate per far vedere le tette”, “mia moglie sarà gelosa se sa che lavoro con ragazze come voi”) e fisici come un massaggio alle spalle, non richiesto, da parte di un giornalista. E il capo della redazione le ha inviato un messaggio con la foto di un sedere femminile. Nessuna ha denunciato, tutte hanno parlato con i colleghi e con le responsabilità dei Master.

Le reazioni

Tra loro Gianni Riottadirettore del master di Giornalismo e Comunicazione multimediale della Luiss che non ha rinnovato il contratto al formatore molesto: “La persona che si è resa responsabile di quanto accaduto non ha mai più messo piede alla Luiss, è una ferita aperta. Però, che l'alunna ne abbia parlato con noi, dimostra il clima di fiducia” ha commentato Riotta. Anche il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoliè stato informato della sequela di molestie e delle relative paure di giovani giornaliste e aspiranti tali. Ha detto di non aver mai ricevuto, neppure in via informale, alcuna segnalazione. «Diversamente sarebbe stata avvertita la Procura interessata. Si tratta di comportamenti, se accertati, gravissimi: chi ha notizia a qualunque titolo di fatti del genere – aggiunge – non deve indugiare, deve denunciare tutto e subito”. Ma non denuncia nessunaoggi come ieri. L'unica altra ricerca sul tema fatta in Italia è stata a cura della Federazione nazionale della stampa ed emerge che già nel 2019 a subito molestie sessuali era l'85% delle giornaliste.



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