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Quando sul Giornalino scrivevano Enzo Biagi, Indro Montanelli e Giacinto Facchetti


Nessun altro giornale per ragazzi in Europa, e forse nel mondo, può vantare una simile longevità come il Giornalino, il settimanale per ragazzi ideato dal beato don Giacomo Alberione, fondatore della Società San Paolo, il cui primo numero uscì il 1° ottobre 1924. Quando Alberione scelse come missione per la sua Congregazione di diffondere il Vangelo con i “moderni mezzi di comunicazione”, partì proprio dai più piccoli, e solo nel 1931 ideò la rivista per adulti Famiglia Cristiana. Scriveva Alberione: «Scrivere per fanciulli è un'arte singolarmente difficile. Oltre a richiedere una vocazione speciale, richiede anche nell'apostolo una preparazione adeguata e un'attività sapiente». I primi numeri erano mensili, avevano otto pagine, erano stampati a due colori, l'abbonamento costava 5 lire ed erano molto confessionali e poco giornalistici. Con il Dopoguerra il Giornalino cambiò aspetto, divenne a colori, con un formato più grande, attento all'attualità, allo sport, e le storie in rima illustrate furono gradualmente sostituite dai fumetti.

A dare la definitiva svolta al settimanale, facendolo diventare un punto di riferimento per i più grandi fumettisti dell'epoca e portandolo a una diffusione di 200 mila copie, fu don Tommaso Mastrandrea, che lo diresse dal 1976 al 1999. Al suo fianco il giornalista Enzo Crocetti, che ha dedicato l'intera sua vita professionale a il Giornalino. Arrivò nel 1968 scelto da don Zilli come segretario di redazione, per poi diventare praticante e man mano acquisire ruoli sempre più di responsabilità, fino a concludere la sua carriera nel 2004 come vicedirettore dell'allora direttore don Antonio Tarzia.

«C'era una grande attenzione nella redazione dei testi», ricorda Enzo Crocetti. «I lettori ci inondavano di valanghe di lettere con le richieste più varie, per loro avevamo lo stesso ruolo che ora ha Google. Io per decenni rispondevo alla rubrica più amata, Chiedilo a ziò Giòuna sorta di Wikipedia in cui dovevo dare una risposta ai quesiti più strani. Per cercare un'informazione ci impiegavo anche delle ore, scartabellando gli archivi cartacei e le enciclopedie, ma per me era motivo di grande soddisfazione sapere, anche se in forma anonima, di essere un riferimento importante per milioni di ragazzi e ragazze».



Altra grande intuizione di Mastrandrea fu la creazione di Conoscere insiemeinserti prima staccabili poi in forma di schede da raccogliere e poi di nuovi fascicoli su ogni argomento dello scibile umano, base per migliaia di ricerche scolastiche a cui collaborarono firme come Enzo Biagi, Indro Montanelli, Fulco Pratesi, Ambrogio Fogar, Piero Bianucci… Nel Giornalino degli anni Ottanta e Novanta, quello che potrebbero definire dei tempi d'oro, c'erano anche rubriche tenute da campioni di calcio; Giacinto Facchetti, Antonio Cabrini, Paolo Maldini, persino Michel Platinio. E per alcuni anni in collaborazione con gli oratori la rivista organizzò un torneo, la “Coppa Scarabocchio”.

Ma il pezzo forte del settimanale era le storie a fumetti, con disegnatori e sceneggiatori tra i più importanti della scena italiana, da Franco Caprioli a Dino Battaglia, da Lino Landolfi a Jacovitti, da Sergio Toppi a Gianni De Luca. Tra i personaggi simbolo del settimanale ricordiamo il coniglio fotoreporter Pinky di Massimo Mattioli e l'angioletto Pallino disegnato da Roberto Rinaldi. Il Giornalino ha ospitato anche celebrità dei cartoon: dai Puffi, a Yoghi, dalle Ninja alle Winx…

E fin qui è storia: il futuro è ancora tutto da scrivere.





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