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Tahiti 80 – Hello Hello


Ma guarda un po' chi si rivede, i simpatici francesi Tahiti 80gruppo francese di culto, che zitti zitti piazzano un nuovo tassello in una discografia che si è fatta ormai decisamente corposa. “Ciao Ciao” ​​mi è apparso causalmente in una ricerca che stavo facendo sul web e la curiosità era davvero troppo elevata per resistere. Questi veterani mi sono sempre piaciuti: non li ho mai seguti con quella trepidazione da fan che non vede l'ora esca un nuovo album, ma sicuramente hanno sempre avuto facile presa con me con il loro pop morbido, vellutato e attivante, vero e proprio esempio di gustoso tocco francese.

Credito: Bandcamp

A guidare la truppa c'è sempre Saverio Boyerma facendo i confronti tra Wikipedia e Bandcamp possiamo dire che la formazione è rimasta praticamente la stessa e che l'alchimia pop tra in nostre funzioni lo testimoniano queste 12 canzoni ricche di leggerezza ed immediatezza, arrangiamenti ben calibrati e sopratutto un gusto melodico raffinatissimo.

La band sceglie la via di canzoni che spesso seleziona una via minmale in termini strumentali, come se si volesse arrivare all'essenza del suono e della melodia con pochi elementi, ma quello che c'è è sempre studiato e perfettamente funzionale: chitarrine delicate, synth che fanno capolino, riverberi anni '70, organetti, pianoforte, coretti zuccherosi e sopratutto delle melodie che magicamente in ogni brano fanno capolino quasi senza che ce ne rendiamo conto. Testa, piede si muovono e la canzone ci sta già entrando in testa. Saranno questi groove accattivanti e mai troppo carichi, quel basso carezzevole ma ben presente, sarà quello zucchero filato che ogni canzone sembra possedere, ma qui non ci viene voglia di saltare nulla.

Un gioco irresistibile tra basso incalzante e synth apre le danze con “Every Little Thing”, forse il brano più rumoroso e “sonico” del lotto, ma poi ecco che da “Soft Echo” in poi è tutto sempre più con spigoli arrotondati e con una caratura pop d'alta scuola, espressa spesso in uno studio magistrale delle voci. “Poson Flower” sembra un pezzo dei Dubbioso alla ricrca della canzone perfetta, “Lose My head” è una bossanova spaziale, “Insomnia” se la gioca per la palma di canzone più accattivante (merito dei coretti che ci portano dritti in paradiso) con la conclusiva “Vertigo”, che ci porta in pista con un mood che abbraccia tanto gli anni '70 che gli '80.

In termini di minimalismo “Lives Of A Cat” è perfetta, ma si apre a un ritornello che non ci si crede, ma adoro anche quel gusto ancora in bilico tra anni '70 e '80 di “Our Lives” che con il suo piano e la sua suggestione agrodolce avrei visto alla grande nella colonna sonora di classici telefilm con “Love Boat” o “Fantasy Island”.

Posso dire che sono 3 giorni che ho in rotazione questo disco e non voglio proprio smettere di ascoltarlo? Ma quanto bene gli si vuole a questi cugini francesi?



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