Fashion

Fondamentale per Pioli, non per Fonseca: Loftus-Cheek cerca il suo posto nel nuovo Milan


La scorsa stagione era uno degli imprescindibili, le modifiche tattiche del tecnico portoghese gli hanno tolto centralità ma Rubs resta un uomo importante: l'allenatore studia l'assetto migliore anche per lui

Michele Antonelli

18 ottobre 2024 (modifica alle 11:45) – MILANO

La fiducia in se stessi è il punto di partenza. E a Ruben Loftus-Cheek, la fiducia nei propri mezzi non manca nel curriculum: “Sono convinto che inizieranno ad arrivare risultati migliori, perché il lavoro che facciamo in allenamento può solo migliorare ciò che mettiamo in campo”. Il centrocampista inglese, fermato prima della sosta da un problema al flessore, è atteso al ritorno nella lista dei convocati. Per accelerare e ritrovare lo stato della passata stagione.

cambiare marcia

Poche ore fa, Ruben ha commentato il suo avvio e quello del Milan ai microfoni di Sportmediaset: “Tutti vogliono vincere tutte le partite e questo, a volte, non è possibile. La cosa più importante è rimanere uniti, allenarsi bene e fare le cose nel modo giusto”. Parole efficaci, da leader. Non a caso, l'ex Chelsea è ridotta da una delle stagioni più belle della carriera e l'anno scorso è stato insieme a Pulisic il migliore, per rendimento, tra i nuovi arrivati. Un uomo in più e un calciatore rinato, capace di far cambiare spesso e volentieri marcia ai suoi, con 10 reti e 2 assist in 40 presenze. Pioli aveva capito come valorizzarlo da trequartista nel 4-2-3-1 e con lui Loftus-Cheek aveva ritrovato continuità e incisività. Con numeri importanti per un centrocampista, usato spesso come uomo in più a supporto delle punte. Per aumentare il peso specifico davanti in partite complicate e con difese difficili da scardinare.

con fonseca

Le mappa termica del suo periodo rossonero chiariscono il concetto. A un certo punto della passata stagione, Pioli aveva intuito l'utilità della potenza fisica di Loftus-Cheek vicino all'area di rigore, dandogli grande libertà di manovra in termini offensivi, con possibilità di svariare un po' su tutta la trequarti. Con evidenti risultati in zona gol. Quest'anno manca ancora il guizzo. Con Fonseca, Ruben ha alternato buone prestazioni a partite così così, in linea con il rendimento della squadra. Ma soprattutto, ancora non ha trovato una collocazione tattica precisa. Con Parma, Lazio e Lecce (da subentrato) è stato schierato sui trequarti, anche se con maggiori compiti di copertura, e nel primo caso non è andata benissimo. Contro i gialloblù è stato uno dei peggiori, mentre all'Olimpico ha messo in campo una prestazione di sostanza e contro la squadra di Gotti una mezz'ora di ordinaria amministrazione. In Champions (con Liverpool e Leverkusen) e nelle altre gare di campionato ha arretrato invece il baricentro. Con conseguente allontanamento dalla porta.

nuova priorità

La chiave di volta sta tutta qui, nel nuovo vestito tattico. Anche a causa della svolta del derby, con il passaggio a un assetto più offensivo e la decorazione per Morata a supporto di Abraham, gli spazi per l'inglese – o almeno, quelli per replicare quanto visto l'anno scorso – si sono ridotti. Anche qui, i dati aiutano nella lettura. Nelle sue 8 presenze stagionali, Ruben ha arretrato in maniera coerente la sua posizione, avvicinandosi alla linea di centrocampo. Come visto bene nel poker rifilato al Venezia, quando è stato piazzato davanti alla difesa accanto a Fofana. Quel giorno ha iniziato da mediano, si è inserito spesso, ha dato intensità in fase difensiva e ha chiuso addirittura sui trequarti. Da centrocampista moderno. Una soluzione non banale per restare nella testa di Fonseca. Magari già contro l'Udinese.





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *