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Reijnders, Fonseca e quella comprensione che arriva “piano piano”: ma il Milan va di fretta


“L'importante è capire come vuole giocare l'allenatore, lo stiamo capendo piano piano”, ha detto l'olandese. Una frase che a metà ottobre inoltrato mal si sposa con le ambizioni del Diavolo




Giornalista

18 ottobre – 21:36 – MILANO

Conoscendolo, si può affermare con sufficiente certezza che nelle sue parole non c'era malizia, né critica intenzionale verso l'allenatore. Certo è che le riflessioni di Tijjani Reijnders – datate ieri, 17 ottobre, a margine di un evento commerciale con lo sponsor rossonero Bmw – danno però da pensare. Un passaggio, in particolare: “Ci sono stati cambiamenti tattici, stiamo migliorando partita dopo partita. Il punto importante è capire come vuole giocare l'allenatore, lo stiamo capendo piano piano e stiamo sviluppando il nostro gioco”. Reijnders dice una cosa ovvia: quando arriva un allenatore nuovo, bisogna capire che cosa chiede alla squadra. E fin qui ci siamo. A spiccare sono semmai le tempistiche: parlare a metà ottobre inoltrato di “capire come vuole giocare l'allenatore” e aggiungere che “lo stiamo capendo piano piano” non è il massimo per le orecchie dei tifosi, ed evidentemente nemmeno per quelle degli stessi giocatori dal momento che il primo allenamento diretto da Fonseca è datato 8 luglio.

chiavi del gioco

La realtà peraltro conferma quel “piano piano”. Il Diavolo fa un passo avanti e due indietro, è capace di vincere energicamente un derby dopo anni di attesa e poi di scomparire nel nulla come a Firenze. Una squadra che alterna giocate di alto livello, frutto evidente del lavoro settimanale, a partite sottoritmo senza idee, senza ferocia e senza fase difensiva. E quindi fa effetto certe sentire cose da uno dei motori rossoneri. Reijnders è un giocatore basilare, unico in rosa per caratteristiche, ha le chiavi del gioco in mano e la lentezza nel comprendere le consegne del tecnico di cui Mister T parla, è un fattore allarmante. D'altra parte è stato lo stesso allenatore, in tempi anche recenti, ad ammettere che il suo Milan è ancora lontano dall'idea di squadra che ha in mente lui. Il problema è che quello rossonero è un mondo che va terribilmente di fretta. La pazienza, in un club con ambizioni da scudetto, non è la virtù più gradita alla dirigenza.

i precedenti

Le parole di Reijnders arrivano comunque nel solco di altre affermazioni “particolari” di alcuni compagni. La più clamorosa? Musah nel dopogara di Parma: “Non sapevo se andare a pressare o fermarmi a difendere”. Poi, più morbido, Pulisic dopo il Liverpool: “Non riusciamo a mantenere lo slancio, a tenere la palla nella metà campo avversaria”. Persino Fonseca a un certo punto aveva spiegato: “Quando le cose funzionano, la squadra ha voglia di giocare e di far bene. Quando ci sono problemi, la squadra manca di coraggio”. Ecco. La vera domanda allora è: quando riuscirà a trovare finalmente pace il tecnico rossonero?





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