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Il ‘set’ della Lega a Palermo in difesa di Salvini, ma la piazza resta vuota


La figura stampata sulle maglie nere ricorda lontanamente i manifesti “wanted” del vecchio West. Il viso sopra è quello del ministro Salvini, “colpevole” (scritto in maiuscolo) solo di una cosa: “Aver difeso l'Italia”. Una provocazione mentre a pochi chilometri di distanza si tiene l'arringa finale dell'avvocata Giulia Bongiorno, legale di Salvini nel Processo Open Arms. L'accusa è di “sequestro di persona” per il divieto imposto alla Ong spagnola nell'estate 2019 dall'allora ministro dell'Interno Salvini di far sbarcare 147 persone migranti salvate nel Mediterraneo. Un reato per cui l'accusa ha chiesto una condanna a 6 anni.

A partire dalle 9,30, ministri e rappresentanti politici della Lega di tutta Italia si sono riuniti a Palermo per manifestare la propria solidarietà al ministro. Un set essenziale montato in Piazza Castelnuovo nel cuore della città, lì dove hanno sede tutte le redazioni dei giornali e dove il mondo economico e culturale transita, vive, lavora: un piccolo gazebo per distribuire le magliette andate a rubare anche tra chi la pensa diversamente (“perché è un documento storico”, commenta qualcuno) e due casse acustiche per fare ascoltare in diretta l'arringa dell'avvocata Bongiorno.

Ma tanto. A parte i colleghi di partito ei giornalisti (tantissimi), la chiamata alla solidarietà per Salvini, con buona pace degli organizzatori, non si è trasformata in un evento di popolo. Si è trattato piuttosto di evento mediatico fatto di cori “Matteo, Matteo” e costruito attorno all'articolo 52 della Costituzione, impresso sul retro delle magliette: “La difesa della patria è sacro dovere del cittadino” con tanto di hashtag #iostoconsalvini. Poi una carrellata di brevi dichiarazioni di solidarietà. “Esserci è un atto doveroso per chi crede nella sua politica” dice, tra gli altri, il ministro dell'istruzione Giuseppe Valditara. Di “clima di tensione mediatica” parla invece l'Anm mentre alla pm Giorgia Righi, una delle magistrate che rappresenta l'accusa, viene assegnata la scorta dopo gli insulti ricevuti dai magistrati all'indomani della richiesta di condanna per Salvini.

Il tam tam con l'invito a essere presenti era lunedì partito sui canali social e whatsapp della Lega. Cinque giorni per raccogliere adesioni ma soprattutto per sottolineare l'importanza di essere tutti presenti.

Quanto basta a rinfocolare lo scontro politico – magistratura e fare riaccendere i riflettori dei media italiani sul caso. Salvini in aula. I ministri leghisti in piazza con la maglietta-gadget e lo spillino col Guerriero di Legnano sulla giacca: da Roberto Calderoli (Affari regionali e Autonomie) a Francesco Valditara (Istruzione e Merito), da Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze, la cui presenza prima che se ne tornasse a Varese, cronometro alla mano, è stata di 90 secondi) a Alessandra Locatelli (Disabilità). In piazza anche deputati, senatori e parlamentari regionali.

Il computo dei presenti alla manifestazione a fine mattinata lo fa il segretario regionale del partito Nino Minardo che ringrazia i “95 tra deputati, ministri ed europarlamentari accorsi a Palermo”. L'avvocato Bongiorno alla fine chiede “l'assoluzione perché il fatto non sussiste”. Set smontato. Tutti a casa. Udienza rinviata al 20 dicembre.





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