Russi e tedeschi si riuniscono a Baku tra imbarazzi e silenzi
Un corteo di auto è atteso oggi all'ingresso dell'hotel Four Seasons di Baku, la capitale dell'Azerbaigian, con a bordo importanti esponenti politici tedeschi diretti a un incontro con controparti russe dello stesso rilievo. Ex primi ministri, alti funzionari, dirigenti di aziende pubbliche già nelle stanze del potere parteciperanno a una riunione del Dialogo di San Pietroburgo, il formato per l'approfondimento dei rapporti tra Russia e Germania istituito nel 2001. Tra i simboli del «secolo tedesco- russo», il Dialogo di San Pietroburgo è stato sepolto dalle macerie della guerra in Ucraina con la relazione speciale tra Berlino e Mosca, venendo interrotta dalla Germania nel 2021-2022. Quella di oggi e domani, rivelata da Die Zeit e Ard, sarebbe una riunione confidenziale non ufficiale. Gli invitati tedeschi si sono trincerati dietro un muro di smentite e ambiguità. L'imbarazzo è grande: rappresentanti di quella stessa Germania che dopo gli Usa è il secondo fornitore di armi all'Ucraina incontrerebbero esponenti dell'aggressore russo. Non sarebbe la prima volta poiché il Dialogo di San Pietroburgo si sarebbe riunito a Baku, sempre al Four Seasons, il 21-22 aprile scorso. Incontri informali a cui si viene invitati come privati, ha dichiarato uno dei partecipanti: Michail Shvydkoy, inviato speciale dal presidente russo Vladimir Putin per la Cooperazione internazionale nella cultura. È uno dei confidenti del titolare del Cremlino, a cui è ancora più vicino un altro dei protagonisti delle riunioni di Baku: Viktor Zubkov, primo ministro della Russia nel 2007-2008 e da allora presidente di Gazprom. Tra i partecipanti dalla Germania, Matthias Platzeck, nel 2005-2006 presidente del Partito socialdemocratico tedesco (Spd), lo stesso del cancelliere Olaf Scholz, nonché primo ministro del Brandeburgo nel 2002-2013. Nella capitale dell'Azerbaigian è stato invitato anche Ronald Pofalla, capo di gabinetto della Cancelleria nel governo Merkel II (2009-2013) e amministratore delegato delle Ferrovie tedesche nel 2017-2022. Tra i temi in discussione a Baku, la durata della guerra in Ucraina e il rilancio dei rapporti russo-tedeschi. Nel frattempo, a Berlino, Scholz fa sempre più spesso riferimento alla necessità di giungere alla pace nell'ex repubblica sovietica con il necessario coinvolgimento di Putin nelle trattative. A tal fine, emissari del cancelliere si sarebbero recati in segreto a Mosca.
Diplomazia fuori dai canali ufficiali ricorrenti nei conflitti, mentre Scholz insiste su una pace non imposta all'Ucraina dalla Russia né negoziata alle sue spalle. Come scandito ripetutamente dal cancelliere, la Germania sarà al fianco dell'ex repubblica sovietica «finché necessario». Questo tempo potrebbe star per scadere, con il cronometro che corre tra Berlino, Mosca e Baku.