Economia Finanza

Moldavia, referendum al cardiopalmo: ecco perché saranno possibili contestazioni


Un voto al cardiopalmo, una vittoria molto risicata. La Moldavia ha scelto il “sì” all'Europa nel referendum di domenica, con il 50,4% mentre il “no” si è fermato al 49,6% . Uno scarto di poche migliaia di voti.

Sono questi i dati rilasciati dalla Commissione elettorale nazionale. Nelle liste elettorali di base figurano 2.714.239 elettori. L'altro voto, quello riguardante le elezioni presidenziali, ha registrato la conferma di Maia Sandu, con il 41,9% dei voti, presidente uscente di centro-destra ed europeista. Sarà però necessario il ballottaggio, in programma il prossimo 3 novembre.

Il suo antagonista, Alexander Stoianoglo, sostenuto dal partito socialista, tradizionalmente filo-russo, si è fermato al 26,31%, ma il suo è stato un risultato importante, ben superiore a quello previsto dai sondaggi che lo davano al 10%. Stoianoglo si oppone apertamente alla politica filo-europea e punta a rafforzare i legami storici con la Russia. L'altro candidato filorusso è l'ex sindaco di Balti Renato Usatii si è fermato al 13,74%, ma al ballottaggio potrebbe supportare Stoianoglo.

Contestazioni possibili

Un voto che apre comunque il campo a grandi contestazioni per il margine esiguo con cui ha vinto il “sì”, ma anche per le critiche mosse dalla presidente Maia Sandu.

«La Moldova ha dovuto affrontare un assalto senza precedenti alla libertà e alla democrazia, sia oggi che negli ultimi mesi dato che “gruppi criminali” hanno cercato di indebolire il processo democratico». Le accuse contro Mosca del presidente Moldava includevano il finanziamento di gruppi di opposizione pro-Cremlino, la diffusione di disinformazione, l'ingerenza nelle elezioni locali e il sostegno a un importante programma di acquisto di voti.



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