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Migliozzi e il posto al sole. Passa dalla Sud Corea la rincorsa al Pga


Da domani a Incheon sette italiani in campo. Poi a novembre saranno decisivi i playoff ad Abu Dhabi e Dubai




Giornalista

23 ottobre – 17:13 – MILANO

Corea del Sud, Abu Dhabi, Dubai: tre gare per cambiare vita. In poche settimane Guido Migliozzi si gioca il futuro e un sogno che insegue da tempo, praticamente da quando ha iniziato a giocare a golf: andare in America e sfidare i migliori del mondo. Ci sono dieci posti che garantiscono l'accesso al paradiso ed è il vero grande premio in palio nella stagione del DPWorld Tour (come si chiama ora lo European Tour per esigenze di sponsor): chi ce la fa può preparare i bagagli e pianificare un anno a stelle e strisce, sperando che i risultati siano poi abbastanza buoni da prolungare l'esperienza.

l'alleanza

Questi posti sono il frutto di un dieci accordo tra European Tour e Pga, siglato soprattutto in funzione anti LIV. Per provare a fermare l'emorragia di giocatori verso il nuovo circuito finanziato dall'Arabia Saudita, le due “vecchie” organizzazioni che per decenni avevano gestito il golf mondiale nel 2022 hanno firmato un'alleanza. Obiettivo del Pga: evitare che l'Europa finisse nelle braccia del nemico. Obiettivo dell'European Tour: trovare un po' di soldi per crescere e offrire ai propri giocatori uno sbocco professionale più ricco. Così dalla stagione 2023 i dieci migliori della Race to Dubai che non hanno già la carta per la Pga si assicurano la promozione. Le critiche sono state moltissime: se ogni anno ti privi dei migliori sei destinato a diventare sempre meno importante. Però è vero che i Tour sono fatti per soddisfare i giocatori che altrimenti cercherebbero altre strade per crescere e quindi quei dieci posti in palio fanno la differenza. L'anno scorso ha fatto il salto gente come Robert MacIntyre che è già diventato una stella mondiale e Matthieu Pavon che ha vinto un torneo in California, sistemando conto in banca e ambizioni.

Promossi

Nel gruppo dei promossi di quest'anno c'è certamente – va bene, aggiungiamo un “quasi” scaramantico – Matteo Manassero, sesto nella classifica assoluta e terzo in questo elenco. È invece appena fuori Migliozzi che si gioca appunto le sue carte cominciando da domani nel Genesis Championship in Corea del Sud, a Incheon. Tre mesi fa, dopo il successo a giugno in Olanda, sembrava tranquillamente dentro, invece un sorprendente rallentamento con cinque tagli mancati in dieci tornei lo ha fatto scivolare fuori dall'elenco degli eletti. Adesso è 20° nella graduatoria generale e 13° nella corsa fra chi spera di andare in America e quindi deve superare almeno tre rivali per prendersi la carta Pga. Guido non è mai stato, e probabilmente mai sarà, un regolarista, però stavolta dovrà evitare i piccoli disastri che talvolta lo penalizzano al di là delle sue colpe, forse una strategia un po' più conservativa potrebbe premiarlo. La Corea è l'ultimo torneo della stagione regolare, poi il DPWorld Tour si fermerà per una settimana prima di affrontare le due gare di playoff: Abu Dhabi, con i migliori 70, e la finalissima di Dubai, a cui sono ammessi solo i primi 50. Questi due appuntamenti mettono in palio moltissimi punti, chiaro che la tappa di Incheon non sarà decisiva, però meglio non sprecarla. Sarebbe bellissimo vedere Migliozzi sul Pga perché con lui e Manassero ci sarà anche Francesco Molinari, che sul tour americano ci gioca dal 2014 e lo farà ancora almeno fino al 2025 grazie alla vittoria nell'Open Championship del 2018. Sarebbero quindi tre gli azzurri oltre oceano . Mai successo prima.

Sette Azzurri

In Corea Migliozzi sarà accompagnato da altri sei italiani: Edoardo Molinari, Lorenzo Scalise, Andrea Pavan, Francesco Laporta, Renato Paratore, Filippo Celli. Ciascuno ha un obiettivo che potrebbe cambiare il giudizio su tutta la stagione. Pavan (72°) e Laporta (84°) sperano di entrare nei primi settanta per giocare ad Abu Dhabi. Chiaro che a Pavan basterebbe poco mentre al secondo servirebbe almeno una top 10, per sperare. Comunque vada, entrambi si sono tranquillamente garantiti la carta per il prossimo anno sul DPWorld Tour, meritano applausi e complimenti. Gli altri quattro invece sono fuori dai primi 115, cioè quelli che avranno una buona categoria di gioco nella prossima stagione, e quindi in palio c'è anche il loro futuro. Nel caso non dovessero farcela dovrebbero ricorrere alla Qualifying School in novembre per evitare una retrocessione sul Challenge. Coraggio, tutto è ancora possibile.





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