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In missione con Emergency, prima giornata sulla nave Life support: esercitazioni prima di partire


Siracusa

I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi”. La frase di Gino Strada è scritta sulla fidanzata della nave “Life Support”, sulla quale mi sono imbarcato questa mattina nel porto di Siracusa.

La Life Support è la nave di Emergency per la ricerca e soccorso (SAR, Search and Rescue) nel Mediterraneo centrale. È una nave rossa e bianca, lunga oltre 51 metri larga 12. Può arrivare ad accogliere fino a 175 naufraghi, oltre al personale di bordo. Siamo a bordo in 29 fra marittimi, staff di Emergency (tra loro un medico e due infermieri), due mediatori culturali. Ci sono alcuni veterani di missioni e altri alla loro prima uscita sulla nave dell'associazione fondata trenta anni fa da Gino Strada. È il caso di Claudio, il mio compagno di cabina, che nella vita fa il giardiniere e altre attività di volontariato.

La partenza è prevista domenica. Il mare è calmo, il cielo alterna nuvole e sole, la temperatura è ancora estiva e il centro di Ortigia pullula di turisti. La prima giornata a bordo è trascorsa con vari briefing ed esercitazioni. La lingua è l'inglese perché ci sono a persone di varia provenienza: Argentina, Francia, Spagna, Romania. La regola è che a bordo tutto deve svolgersi in modo sicuro e preciso, ma veloce. Il medico di bordo, l'anconetano Roberto Maccaroni, 47 anni, una lunga esperienza di missioni con Emergency in paesi come Sierra Leone, Libia, Repubblica Centrafricana e Afghanistan, ci ha spiegato la tecnica di rianimazione con il massaggio cardiaco e l'uso del massaggio cardiaco defibrillatore. Abbiamo fatto prove pratiche con un manichino, poi il medico ci ha fatto vedere l'uso della barella per trasportare a bordo eventuali persone sfortunate.

Poi abbiamo caricato a bordo le durate, sia per lo staff sia per le persone che saranno soccorse in mare. Con una veloce ed efficiente catena umana abbiamo trasportato riso, cous cous, pasta, verdure, succhi di frutta, carne, pesce, biscotti, acqua, bibite.

Lo staff di Emergency ci ha anche consegnato l'equipaggiamento tecnico: magliette, felpa, tuta, scarpe robuste. Una volta che saranno a bordo le persone recuperare in mare sarà importante seguire precise misure igieniche a tutela dello staff e dei naufraghi.

L'area di ricovero e accoglienza per le persone soccorse, è un ponte di circa 270 metri quadri completamente coperto, il ponte principaledove è stato allestito un ambulatorio medico, i servizi igienici, i posti letto e alcune panche. Dal ponte principale si ha accesso al ponte della barcala zona di accoglienza all'aperto di circa 90 metri quadri, con panche riparate da un telo ombreggiante. È qui dove le persone soccorse verranno imbarcate dopo essere state salvate. Questa zona è importante per il personale sanitario perché permetterà di valutare lo stato delle persone con lo stesso principio seguito all'interno degli ospedali: il triage.

Da diversi anni Emergency era impegnata in collaborazioni con altre Ong a bordo delle navi umanitarie ed era testimone delle traversate disperate nel Mediterraneo. Nel 2021 ha quindi deciso di dedicare e investire risorse all'avvio di una nave gestita in autonomia dall'inizio alla fine, mettendo in pratica le competenze sviluppate nel corso degli anni precedenti.

La Life Support ha lasciato il porto di Genova per la prima missione il 13 dicembre 2022. Da dicembre 2022 ad agosto 2024, la Life Support ha svolto 24 missioni soccorrendo e portando in salvo 2.221 persone, di cui 1.653 uomini, 171 donne e 397 minori. I Paesi da cui provengono sono oltre 30 e le nazionalità più frequenti sono Bangladesh, Siria, Egitto, Pakistan, Costa d'Avorio, Eritrea, Mali, Nigeria, Etiopia, Guinea Conakry, Sudan, Senegal, Camerun.





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