Istruzione

“Precedenza a chi ha fatto servizio civile? Non è del tutto corretto. Va a scapito di chi supera il concorso con punteggio alto”. INTERVISTA a Miriam Santillo – Orizzonte Scuola Notizie


“Non è del tutto corretto – lamenta la professoressa Miriam Santillo – che chi ha fatto il servizio civile abbia delle riserve di posti a scapito di persone che abbiano conseguito alle prove concorsuali un punteggio più alto”. Continuano i malumori negli ambienti del precariato scolastico.

Continuiamo a raccogliere le lamentele di quanti si sentono danneggiati e frustrati da un sistema che li penalizza e che ha portato in piazza un esercito di lavoratori e con essi le istanze di persone che devono fare i conti anche con i costi indotti da trasferimenti, alberghi, corsi abilitanti e disagi di ogni genere. La mobilitazione nazionale del mese scorso aveva l’obiettivo di ottenere il riconoscimento delle competenze di chi ha superato le prove concorsuali, chiedendo la pubblicazione di graduatorie di merito trasparenti e la fine dell’incertezza lavorativa. I partecipanti, come pure abbiamo riportato nei giorni scorsi, continuano a chiedere “un sistema equo e dignitoso, che valorizzi il lavoro degli insegnanti, senza trattarli come numeri in graduatorie opache o strumenti di profitto per enti privati”. È stato a più riprese chiesto il sostegno delle principali organizzazioni sindacali e delle istituzioni. Si chiede stabilità lavorativa, riconoscimento dell’idoneità e della graduatoria di merito e a scorrimento per gli idonei PNRR 23/24, pubblicazione di graduatorie di merito trasparenti e rispettose dei principi di equità, riconoscimento dell’idoneità per chi ha superato le prove.

“Non sono abilitata perché i corsi abilitanti erano aperti solo a coloro che avevano un’abilitazione, ergo anche il Tfa sostegno – ci ha spiegato la professoressa Antonella Scarafino in una precedente intervista – In questo modo chi aveva già un’abilitazione o il Tfa sostegno si è abilitato su materia con questi corsi abilitanti a pagamento, che io non posso fare perché per noi non abilitati i percorsi sono a numero chiuso e quindi vi rientrano poche persone. Ho tentato di entrare, ma non ci sono riuscita, dunque non sono entrata in prima fascia proprio per questo motivo”. La docente ha superato il concorso in Lombardia, “ma la graduatoria di merito non è stata pubblicata. Nel frattempo sto pagando un affitto a Milano dove ero l’anno scorso e dove ho una casa che, prima di sapere se sarò o meno vincitrice di concorso, non posso permettermi di lasciare vista la difficoltà risaputa di trovare una sistemazione nella città in questione. Pago 690 euro al mese per una stanza”.

I problemi più impellenti che attanagliano la posizione di insegnanti che si trovano in analoga situazione sono di varia natura.“C’è stata – spiegava ancora la professoressa Scarafino – una circolare del ministro in merito alle cattedre FAD, che sono state assegnate con la clausola risolutiva espressa in favore dell’avente diritto. Però questo chiarimento dice che chi ha preso questa cattedra se risulta vincitore di concorso, qualunque sia il suo punteggio avrà diritto di rimanere su quella cattedra. Faccio un esempio concreto: un collega ha un totale di 200 punti e non sta lavorando, mentre un altro ne ha totalizzato invece 180 ma è sulla FAD: che cosa succede se entrambi risultassero vincitori di concorso? Succede che chi è su una Fad resterà su quella cattedra – che ovviamente è sulla sua provincia di gradimento altrimenti non sarebbe su quella GPS – mentre tutti gli altri dovranno scegliere sulle cattedre che resteranno, al netto di quelle già occupate da contratti FAD. In questo modo la graduatoria di merito non è più di merito, ma di fortuna poiché per esempio chi ha ottenuto un punteggio molto alto e ambirebbe a una cattedra in una sede gradita si ritrova ad accedere tra le cattedre rimanenti magari in una provincia lontana da casa. Anche se io riuscissi a entrare in ruolo entro breve, rischierei di finire in una provincia lontana e questo perché i posti accantonati per il concorso potrebbero andare a chi sta lavorando con la Fad”.

“La cosa assurda – lamenta un altro insegnante – è che siamo risultati idonei a queste classi di concorso ma dobbiamo partecipare al prossimo: è frustrante, se si pensa anche alle spese di trasporto, a quelle per gli alberghi, al dispendio di energie e di forze. Si insegna senza serenità. Confidiamo in un’auspicabile apertura verso noi idonei. Chiediamo una graduatoria per gli idonei a scorrimento e l’annullamento del prossimo concorso”. E ancora: “Se lo vinci o se non lo vinci devi fare corso abilitante organizzato dalle università, corsi che sono a pagamento che vanno da 2000 a 2500 euro. Io non l’ho fatto per motivi economici e non potrò farlo nemmeno in futuro, sempre per motivi economici. Già a luglio scorso ho dovuto rinunciare, non potevo chiedere 2500 euro alla mia famiglia che già mi sostiene fuori sede, visto che quest’anno non ho ancora una supplenza”. E ancora: “Avrebbero dovuto aspettare e lasciare le cose com’erano per quest’anno e immettere in ruolo in settembre 2025 in modo da garantire la continuità a gli alunni e l’inizio della programmazione didattica nei tempi poiché ancora oggi ci sono convocazioni e mancano gli insegnanti”.

E pensare, dice qualcun altro, che “il concorso PNRR era stato pensato e indetto per superare il precariato ma paradossalmente non funziona e finisce per premiare magari chi ha svolto il servizio civile universale, che avrà diritto a una quota di riserva di posti a svantaggio dei precari che hanno fatto il concorso e a quelli che hanno lavorato da anni nella scuola”.

Anche Miriam Santillo, come abbiamo scritto all’inizio, fa fatica a cogliere il nesso tra le nuove riserve di posti per chi ha svolto il servizio civile universale e l’insegnamento. Miriam ha 31 anni, è di Napoli e insegna, ancora da precaria, Italiano e Storia alle medie e alle superiori (A012 e A022). Insegna pure con la classe di concorso A023, cioèLingua italiana per discenti di lingua straniera (alloglotti), presente nei CPIA, i Centri per l’istruzione degli adulti. Miriam è idonea al concorso PNRR ed è in attesa della graduatoria di merito per scoprire se entro breve sarà passata di ruolo. Intanto è inserita nelle GPS della provincia di Roma.

È così, professoressa Miriam Santillo?

“Sì, ma attualmente non sto insegnando. Non ho nessun incarico da GPS. Ho sempre insegnato e questo sarebbe stato il mio quinto anno, ma mi aspettavo di non essere chiamata, o di ricevere un incarico con difficoltà, viste le tante dinamiche che ci sono state prima della convocazione da Gps, a settembre scorso”.

Quali?

“C’è stata una fetta di colleghi che hanno conseguito il percorso di abilitazione che io non ho potuto frequentare perché non potevo accedervi in quanto non sono abilitata sul Tfa sostegno. Erano, infatti, aperti i corsi di abilitazione solo per gli abilitati già sul sostegno”.

Corsi di abilitazione solo per abilitati…

“Esatto, consentono di abilitarsi alla materia comune. Quindi si accede alla prima fascia GPS con la conseguenza che magari un docente che ha meno punti ma ha l’abilitazione, supera in graduatoria colleghi che restano in seconda fascia ma che hanno magari più punti ma non sono ancora abilitati”.

Perché lei non è abilitata?

“Perché quando sono stati erogati questi corsi abilitanti io non ero in possesso dei requisiti per accedervi, cioè non ho l’abilitazione sul sostegno. Non ho mai pensato di abilitarmi con il TFA perché la mia aspirazione è stata, da sempre, insegnare la materia per la quale sono laureata, cioè lettere. Soprattutto non ho mai pensato di utilizzare il sostegno come uno strumento per accedere all’insegnamento di materia comune, poiché questo ruolo presuppone una motivazione diversa e studi adeguati, anzi, stimo tantissimo i tanti colleghi che ricoprono questo ruolo splendidamente e hanno u’adeguata preparazione per farlo, io stessa ho avuto il piacere di collaborare con docenti di sostegno preparatissimi, che sono stati fondamentali per me e per l’intera classe”.

Può accadere che a causa di questi meccanismi che favoriscono il trasferimento sulla cattedra comune, tanti alunni restino senza insegnanti di sostegno?

“Sì, può capitare, è come un cane che si morde la coda. I ragazzi che hanno diritto al sostegno stanno aumentando, tanto che io stessa lo scorso anno ho ricoperto un posto annuale sul sostegno in una scuola media senza avere un’abilitazione con il TFA”.

E com’è lavorare sul sostegno pur senza abilitazione?

“Certamente ho imparato tante cose. Ho toccato con mano quanto ricoprire questo ruolo sia diverso e altrettanto appassionante rispetto a ricoprire un ruolo su posto comune, e ritengo fondamentale, soprattutto per casi difficili, avere una buona formazione e adeguate competenze pedagogiche”.

Qual è la sua recriminazione più impellente?

“Intanto mi chiedo: perché lo Stato non ha dato la possibilità a tutti i docenti di accedere ai percorsi per abilitarsi su materia? Sarebbe stato opportuno che fosse stata data a tutti la possibilità di fare il percorso magari, dati i posti limitati, valutando dei titoli, quali per esempio l’anzianità di servizio, il voto di laurea e altro, per stabilire chi abbia il diritto di accedere prima e chi dopo. Ma non è stato giusto dare questa possibilità, in un primo momento, solo a una categoria di docenti cioè solo a quelli che hanno conseguito il Tfa sostegno”.

C’è un conflitto con i colleghi di sostegno?

“Non nessun conflitto, penso che abbiano fatto bene ad abilitarsi se hanno avuto questa opportunità prima di altri. Nei loro panni, magari, avrei fatto la stessa cosa. Nonostante ciò non la ritengo una procedura lineare e corretta perché occorre dare le pari opportunità a tutti. Soprattutto un precario storico ha il diritto di abilitarsi prima dell’apertura delle graduatorie, per entrare in prima fascia Gps, cosa che non è avvenuta”.

Come si spiega, lei, questa distinzione?

“Io da insegnante non conosco la motivazione di questa distinzione, semplicemente non l’ho ritenuta corretta”.

Quando sono state introdotte le novità avete protestato?

“I colleghi hanno protestato ma al momento è servito quasi a nulla. I percorsi abilitanti, ora, sono stati aperti per tutti i docenti e non solo per chi ha il TFA però solo adesso che le graduatorie Gps sono chiuse. Anche se probabilmente non è così, sembra fatto apposta, e questo è paradossale. Altro problema: coloro i quali possono iscriversi quest’anno devono frequentarli mentre stanno lavorando a scuola e poiché le sedi universitarie non sono sotto casa ogni volta occorre chiedere dei permessi sperando che siano accolti dal proprio dirigente scolastico, poiché non è possibile al momento richiedere le 150 ore di permesso studio. Spesso sono supplenti temporanei su supplenze brevi e quindi non titolo per chiedere dei permessi tanto frequenti ogni settimana anche perché i corsi prevedono una frequenza obbligatoria”.

Sa di qualcuno che ha dovuto mollare?

“Sì, colleghi, anche neo vincitori di concorso, fanno i salti mortali e so di colleghi che hanno dovuto rinunciare all’incarico su supplenza breve a scuola per poter frequentare e studiare. E pensare che lo studio che questi percorsi prevedono è similare a quello che abbiamo già fatto per il concorso PNRR”

Lei sta frequentando questi corsi?

“No, perché sono in attesa della graduatoria di merito, avendo io superato il concorso PNRR questa estate. È proprio dall’estate che sto attendendo unitamente a tantissimi altri di sapere se sarò tra i vincitori. Il punteggio che ho mi fa sperare ma non sicura fino a quando non sarà pubblicata la graduatoria di merito: una volta che avrò saputo il risultato potrò pensare a dove iniziare questo percorso di abilitazione, se in Lombardia o in altra regione in base alla mia situazione lavorativa”.

Quando succederà?

“Questo non lo sappiamo, spero entro novembre”.

Perché questa lentezza?

“Neppure questo sappiamo. Siccome siamo tanti candidati immagino debbano valutare i titoli e quindi ci vuole tempo perché siamo tanti ad aver superato l’orale”.

I posti erano tanti?

“In Lombardia sono obiettivamente di più rispetto ad altre regioni”.

Nel frattempo i posti da chi sono occupati?

“Da colleghi con cattedre accantonate, cioè Fad”

Quindi cosa può capitare?

“Se c’è un collega che sta ricoprendo un incarico Fad, quando sarà stata pubblicata la graduatoria di merito e sarà risultato vincitore di concorso avrà diritto di restare su quella cattedra. Personalmente sarei svantaggiata se magari mi chiamassero su una cattedra che fosse attualmente Fad occupata da un collega che a sua volta fosse vincitore di concorso con un punteggio minore del mio, poiché a quel punto io dovrei rinunciare alla cattedra ambita e sceglierne un’altra e magari lui stesso sarebbe costretto stare lì pur di passare di ruolo e starci per tre anni”.



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