Vittoria contesa, Georgia nel caos. Il sogno dell'Europa resta in bilico
Una vittoria contesa e zeppa di denunce di brogli quella che ha caratterizzato la notte delle elezioni in Georgia, dove già dopo pochi minuti dalla chiusura delle urne, entrambi gli schieramenti hanno rivendicato la vittoria. Il paese ha votato per decidere da che parte stare, se con Bruxelles o Mosca, ma i risultati parziali dicono che «Sogno georgiano» con il 53 per cento dei voti si è aggiudicato la partita, contro il 38,28 totalizzato dalle quattro coalizioni tutte 'opposizione.
Alza il braccio al cielo in segno di vittoria il premier Iralki Kobakhidze, secondo cui «l'autore principale di questa vittoria è, ovviamente, il popolo georgiano: più di un milione di nostri concittadini si è recato alle urne e ha sostenuto la pace, un futuro veramente luminoso ed europeo per il nostro Paese», ha detto parlando a Tbilisi dinanzi ai suoi sostenitori. Poco dopo il primo ministro ungherese, Viktor Orban, rivolgendosi a Kobakhidze, ha scritto su X: «Congratulazioni al primo ministro georgiano e al partito Sogno georgiano per la loro schiacciante vittoria alle elezioni parlamentari di oggi. Il popolo della Georgia sa cosa è meglio per il suo Paese e oggi ha fatto sentire la sua voce».
Ma poco prima la presidente georgiana, Salome Zurabishvili, oppositrice del partito al governo, e regista di una sorta di federazione di partiti pro Ue, però aveva rivendicato la vittoria: «La Georgia europea vince con il 52 per cento nonostante i tentativi di brogli elettorali e senza i voti degli elettori all'estero – ha scritto su X -. La Georgia ha dimostrato democrazia, europeismo e maturità. Sono orgogliosa e fiduciosa del nostro futuro europeo».
I brogli si riferivano al video, apparso sui social, che mostra un uomo che si infila in un'urna diverse schede elettorali in un seggio di Marneuli, città poco fuori Tbilisi. Per cui tutti i risultati di quel seggio saranno dichiarati invalidi. Contraria Tina Bokuchava, presidente del partito di opposizione Movimento nazionale unito (Unm), che ha accusato apertamente il partito di governo «Sogno Georgiano» perché i candidati dell'opposizione stavano vincendo in quel seggio. «Sogno georgiano ha perso, il popolo georgiano e l'Europa hanno vinto», ha detto Bokuchava. Mamuka Mdinarade, segretario esecutivo di «Sogno Georgiano», ha invece puntato il dito contro l'opposizione rea di aver provocato l'episodio con l'obiettivo di «dichiarare illegittime le elezioni».
Sono stati inoltre segnalati una serie di scontri fuori da alcuni seggi elettorali provocati da alcuni sostenitori del partito al governo «Sogno Georgiano», ma il partito ha poi negato. La stessa presidente, a urne ancora aperte, aveva dichiarato di non riuscire a raggiungere il Ministro degli Interni, facendo aleggiare lo spettro di un possibile golpe in atto, rischio poi rientrato.
Anche una Ong, l'International Society for Fair Elections and Democracy (Isfed), ha segnalato varie violazioni nei seggi come schede imbrattate, distribuzione di più di una scheda per elettore, irregolarità sulle urne, sulla segretezza del voto e sulle restrizioni ai diritti degli osservatori che sono stati allontanati dai seggi. Inoltre la Isfed ha denunciato che il partito al potere, «Sogno georgiano», avrebbe organizzato il trasporto di decine di elettori nei seggi e la raccolta di informazioni su di loro da parte dei coordinatori locali.
Sogno georgiano, partito fondato dall'ex primo ministro Bidzina Ivanishvili, è
considerato vicino agli interessi della Russia che, va ricordato, è presente militarmente nel 20% del Paese. Il voto ha dunque segnato uno stop alle prospettive europee di Tbilisi e di una futura adesione all'Unione europea.